L’estate milanese avvolge la città in un caldo torrido e soffocante, mentre le trattative sul destino di San Siro si fanno sempre più infuocate. Tra Palazzo Marino, Milan, Inter e cittadini, il dibattito si accende tra proposte, tensioni e la consapevolezza che il tempo per decidere sta per scadere.
La questione va ben oltre un semplice stadio

Comune, club e fondi cercano un punto di equilibrio, mentre fuori da Palazzo Marino si alimenta la convinzione che la demolizione del Meazza non possa essere l’unica opzione.
C’è chi difende con forza la storia e il valore simbolico di San Siro, proponendo soluzioni alternative che ne preservino almeno parte della struttura, come accaduto a Madrid, e chi, al contrario, spinge per voltare pagina: un nuovo stadio, moderno ed efficiente, capace di rilanciare l’intera zona e le due società calcistiche.
Il Comune detta le regole

Milan e Inter, secondo il sindaco Sala, dovranno avere un ruolo diretto nella gestione del nuovo impianto, evitando che tutto venga affidato a terzi. Sul fronte della riqualificazione urbana, alcuni consiglieri comunali chiedono più spazi verdi estesi, ambienti pubblici vivibili e un’infrastruttura che migliori la qualità del quartiere, prevedendo anche l’arretramento del nuovo stadio rispetto alle abitazioni.
I costi restano un nodo cruciale: bonifiche ambientali, eventuale abbattimento del Meazza, realizzazione delle nuove aree verdi. Un progetto che, se da un lato promette sviluppo, dall’altro solleva dubbi e preoccupazioni.
Decisione su San Siro entro luglio
In questo clima rovente, dentro e fuori le sale consiliari, una certezza si fa strada: il tempo delle attese è finito. Così come i milanesi attendono una tregua dal caldo, la città pretende una risposta definitiva sul futuro di San Siro. Rinascita, trasformazione o conservazione: luglio sarà il mese della verità.
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