Con più si cerca di addivenire a una soluzione definitiva per le sorti del Meazza, con più la matassa si ingarbuglia. Vincolo sì o vincolo no? Proprio questa è la domanda che negli ultimi tempi sta tenendo banco nella compagine politica, locale e nazionale.

Infatti, se prima di Natale, le parole del Sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, erano chiare circa la possibilità di apporre, volutamente ed obbligatoriamente, un veto sull’abbattimento di San Siro, ora questo quadro non appare poi così scontato. A rompere il silenzio istituzionale ci ha pensato il presidente del Senato, Ignazio La Russa. L’Onorevole lombardo ha voluto, così, prendere le distanze da quanto precedente affermato dallo stesso Sgarbi.

San Siro ha diritto al vincolo o no?

In particolare, il Senatore ha precisato: “Il Governo non intende porre alcun vincolo su San Siro, me lo ha confermato ufficialmente il ministro della Cultura, Sangiuliano. La decisione da prendere è del Comune” – e ancora – “Sgarbi non ha questa delega, né credo abbia mai vantato di averla. Se lo avesse fatto avrebbe sbagliato”.

In effetti, tecnicamente, secondo il Codice dei Beni Culturali, l’autorità competente ad apporre il vincolo sulla demolizione di un monumento sarebbe il Segretario regionale del Ministero, sentite la Sovrintendenza e la Commissione regionale del patrimonio culturale, il cui parere è vincolante. In effetti, nel 2020, questo organo negò l’applicazione del regime di tutela al Meazza, in quanto non presenta alcun interesse culturale.

Inoltre, anche in riferimento al “vincolo storico” le posizioni non sono concordanti, posto che, per introdurlo, è necessario che l’edificio non abbia subito interventi importanti negli ultimi 70 anni. A tal proposito, infatti, l’allora Segretario regionale aveva puntualizzato che “le stratificazioni, gli adeguamenti, gli ampliamenti fanno parte dello stadio; un’opera connotata dagli interventi del ’53-’56, oltre a quelli dell’89-‘90, nonché delle opere successive al Duemila, ovvero un’architettura soggetta a continua trasformazione in base alle esigenze legate alla pubblica fruizione e sicurezza”.

Se così fosse, nessuna delle due soluzioni prospettate da Sgarbi, per salvare San Siro, sarebbe fattibile, in quanto vero soggetto deputato a determinarne le sorti, come ribadito da La Russa, sarebbe il Comune di Milano.

La posizione di Inter e Milan

Intanto Inter e Milan non stanno a guardare, rivalutando l’ipotesi di un nuovo stadio nell’interland milanese (probabilmente a Sesto San Giovanni). Comunque, le due squadre, qualora passasse il vincolo, sarebbero disposte a intentare le vie legali, avanzando richiesta di annullamento dell’apposito provvedimento (istitutivo del vincolo) o, quantomeno, un risarcimento dei danni per il denaro investito nell’ideazione dei progetti e il tempo perso.

A due mesi dalla conclusione del Dibattito pubblico, la decisione sulle sorti del Meazza è ancora fumosa.

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