Simonelli con ogni probabilità guiderà la lega di serie A; decisivo l'appoggio di 15 club emerso durante l'ultima assemblea

Ezio Simonelli ha acceso il dibattito con alcune dichiarazioni, rilasciate al podcast del quotidiano Panorama, destinate a far discutere. Il presidente della Lega Serie A ha confermato la chiusura temporanea di San Siro per le Olimpiadi invernali del 2026, ipotizzando addirittura di far giocare Inter e Milan… negli Stati Uniti. Un’idea ambiziosa che si inserisce in un contesto più ampio di riflessione sul futuro del calcio italiano.

San Siro chiude per un mese, l’ipotesi USA fa discutere

Simonelli ha annunciato che San Siro resterà chiuso dal 10 gennaio all’8 febbraio 2026 per consentire i preparativi necessari in vista delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina. Un disagio notevole per le due squadre meneghine, che potrebbe però trasformarsi in un’opportunità inaspettata. “Mi piacerebbe far giocare Inter e Milan negli Stati Uniti”, ha svelato il presidente, aprendo le porte a una possibilità già sperimentata all’estero e che potrebbe diventare concreta se UEFA e FIGC dessero l’ok.

L’operazione avrebbe un enorme impatto mediatico e commerciale, rappresentando un banco di prova per il calcio italiano in chiave internazionale. Il presidente, inoltre, si è soffermato su un altro tema rovente nella città di Sant’Ambrogio: il nuovo San Siro. Simonelli si è detto convinto che Inter e Milan meritino un impianto all’avanguardia e se l’interesse dell’amministrazione comunale per facilitare il progetto di un nuovo stadio rimane alto, i tempi della burocrazia italiana, si sa, non sono quelli del business.

San Siro

Vivai, diritti tv e norme da rivedere: la Serie A sotto esame

Il presidente della Lega ha poi allargato l’orizzonte ad altri temi chiave per il rilancio del calcio italiano. Prima di tutto i vivai, essendo la formazione dei talenti una delle leve principali per restituire competitività alla Serie A e solidità alla Nazionale: “Come le aziende investono in ricerca e sviluppo, i club devono farlo nei giovani”, il paragone calzante. A tal proposito, la speranza è di vedere nel prossimo futuro iniziative simili al Decreto Crescita, ossigeno puro per le società del calcio dello Stivale.

Tema del momento anche quello dei diritti tv. Se a livello nazionale si sono raggiunti numeri congrui alle aspettative e piuttosto soddisfacenti, a livello internazionale il campionato italiano è invece ben lontano dall’appeal della Premier League, per tutti il modello da seguire in tal senso. Ultimo ma non meno importante, il nodo Decreto Dignità: “Una normativa che penalizza solo le squadre italiane, visto che all’estero non ci sono limitazioni simili. C’è la consapevolezza che l’avere inibito la pubblicità del gioco legale ha promosso quello illegale.

Quello tracciato da Simonelli, insomma, è un quadro chiaro ma ambizioso, che evidenzia i ritardi strutturali del calcio italiano. Le sfide sono molteplici: infrastrutture obsolete (ammonta a 213 il numero di nuovi stadi costruiti in Europa nell’arco di tempo in cui in Italia sono stati completati 5 impianti), norme anacronistiche e un mercato sempre più competitivo a livello globale. Ma la direzione è tracciata: servono visione, coraggio e alleanze solide per restituire alla Serie A un ruolo da protagonista, dentro e fuori dal campo. E per farlo, l’Italia calcistica dovrà imparare a parlare un linguaggio sempre più internazionale e moderno.

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