Certi amori non finiscono mai, fanno giri immensi e poi ritornano, cantava Venditti; e se Parigi è la città dei dolci sentimenti per eccellenza, quale migliore scenario per un ritorno che avrebbe del clamoroso? La panchina di Galtier scotta e non poco, complice una situazione a livello di spogliatoio quasi compromessa, con il tecnico mai davvero amato sotto la Tour Eiffel, e una fiducia da parte della dirigenza in calo, come dimostra la mossa del direttore sportivo Campos di accomodarsi in panchina durante il concitato finale del match contro il Lille, vinto con una punizione del solito Messi, e di urlare indicazioni ai giocatori.
Tuchel come uno squalo
L’ombra incombente dell’allenatore ex Chelsea pressa ulteriormente la situazione nella capitale di Francia: il tedesco, svincolato dopo il clamoroso addio agli inglesi, ha sfiorato quella Coppa dalle grandi orecchie, diventata oramai un’ossessione da quelle parti, e ha dimostrato di saper entrare a stagione in corso, come dimostra la Champions vinta proprio a Londra, quando nel periodo natalizio il PSG lo esonerò a sorpresa, deciso a puntare su Pochettino, nonostante Tuchel avesse la sua migliore media punti in carriera (2.35 per partita).
Le condizioni per il ritorno
Il tecnico ha posto delle precise condizioni per far sì che questa clamorosa suggestione diventi realtà: innanzitutto, la società dovrà difenderlo dai senatori dello spogliatoio, e inoltre, non dovrà occuparsi delle scelte di calciomercato, ma solo della gestione sportiva. Il piano B è José Mourinho, per il quale ci sono diverse ipotesi; la situazione è in divenire, la panchina di Galtier scotta più della sabbia a Ferragosto.
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