Nel sabato sera della festa scudetto, il Paris Saint-Germain non si limita a celebrare il suo tredicesimo titolo nazionale. Contro l’Auxerre, la squadra di Luis Enrique mette in scena una rimonta di carattere e qualità che somiglia tanto ad un’anteprima della finale di Champions contro l’Inter. Tra sprazzi di grande calcio e risposte positive da parte dei suoi leader tecnici, il Psg dimostra di saper soffrire, reagire e colpire. Un segnale forte, soprattutto alla luce delle sfide che l’attendono, con l’Europa come obiettivo numero 1.
PSG sotto all’intervallo: la festa è rovinata?
Con la Ligue 1 vinta, come spesso accade con largo anticipo, e la mente proiettata alla doppia finale tra la Coppa di Francia contro il Reims e il match che vale la storia a Monaco di Baviera, il Paris prova a chiudere la stagione casalinga con quella che dovrebbe essere una semplice passerella. Eppure l’Auxerre, senza nulla da perdere, cerca di rovinarne il copione.
Il Psg, infatti, si scopre troppo rilassato. La squadra di Luis Enrique, pur con il proprio undici tipo, approccia la sfida con l’Auxerre con leggerezza e poca concentrazione, atteggiamento che viene punito. Al 20’, una punizione battuta rapidamente trova impreparata la retroguardia di casa: Sinayoko scappa alle spalle di Pacho e fredda Donnarumma con un destro secco e preciso. È la prima (e unica) conclusione in porta dei biancoblu, sufficiente però a far gelare il Parc des Princes.
Non è un Psg spento ma nemmeno brillante. Il palleggio è continuo ma prevedibile, la supremazia territoriale non si traduce in pericoli concreti. Kvaratskhelia prova a inventare, Hakimi e Nuno Mendes spingono con insistenza sulle fasce, tuttavia le occasioni nitide latitano. La più clamorosa capita proprio al portoghese con un tiro a giro che si stampa sulla traversa. L’Auxerre si difende con ordine e senza frenesia, mentre i padroni di casa sembrano giocare più per inerzia che per convinzione.

La rimonta dei campioni guidata da Kvara
La seconda frazione regala ai tifosi del Parco dei Principi il finale che sognavano: rimonta completata e tredicesimo titolo transalpino celebrato nel migliore dei modi. Se nella prima frazione i campioni di Francia erano apparsi disattenti e poco incisivi, nella ripresa la squadra cambia passo, stringe i tempi e regala una prova d’orgoglio e qualità che ribalta il punteggio e riaccende l’entusiasmo.
Il Psg parte con maggiore intensità, spinto da un Dembélé che cerca insistentemente la giocata vincente, ma è Kvaratskhelia, con il proprio piede vellutato, a firmare l’1-1 con un rasoterra preciso che riporta subito in equilibrio l’incontro. I padroni di casa alzano progressivamente il ritmo e dopo alcune occasioni sfumate, è il capitano Marquinhos a rompere definitivamente gli equilibri: perfetto il suo colpo di testa su corner per il 2-1, aiutato dal palo.
Il Paris non si accontenta, prova a chiudere la partita prima con un rigore di Gonçalo Ramos, parato però da Donovan Léon, e poi con una punizione di Kvaratskhelia che si stampa sul palo. Ma è proprio il georgiano a firmare la doppietta nel finale con una splendida azione personale che sigilla il 3-1 e la festa per la vittoria della Ligue 1. Un epilogo degno per una squadra che ora ha lo sguardo fisso sugli altri due obiettivi per coronare il sogno triplete. La serata si chiude con l’Hexagoal alzato al cielo ma i riflettori sono già puntati su Monaco.
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