Porto, Mourinho come anello di congiunzione tra l'Inter e il Porto

Porto è la seconda città del Portogallo, sia in termini di popolazione come di importanza. Cittadina di 231.962 abitanti, a circa 300 chilometri dalla capitale Lisbona, Porto è famosa per il vino (chiamato appunto Porto) che l’ha resa una icona. Capitale morale del nord Lusitano, rappresenta il nord delle industrie, il nord della produttività, una città che ha dato il suo nome a tutta la nazione (il nome Portogallo deriva da Portus Cale, antico nome della città di Porto).

La città è conosciuta per il suo orgoglio e per la forza che determinarono il nome di città “invicta”, una definizione che risale al XIX secolo e determinata dalla resistenza che la città portuense oppose durante le Guerre Napoleoniche. Città difficile da espugnare ma anche famosa per la generosità dei suoi cittadini sono anche chiamati “tripeiros”. Questo ultimo soprannome ai cittadini si deve al sacrificio che nel 1400 questi fecero offrendo beni alimentari agli equipaggi delle imbarcazioni che il re D. João I mandò per conquistare Ceuta, lasciando in città appena le trippe per nutrire la popolazione.

Porto una città con influenze italiane

Porto, anche se riflette nella sua identità molte caratteristiche di una città atlantica, ha subito l’influenza della cultura mediterranea e in particolare italiana che si riflette nelle molte opere di nostri artisti che si possono incontrare in questa città. Difatti, tra le sue maggiori attrazioni troviamo un’opera di un architetto italiano, il toscano Niccolò Nasoni, cioè la Torre dos Clerigos.

Questo è un congiunto architettonico che si evidenzia per la prominente torre campanaria di 76 metri vero simbolo della città. A passeggio per la città possiamo anche incontrare altre opere dello stesso Nasoni ma anche di Francesco da Cremona e le influenze delle architetture tardo barocche e rinascimentali. Il Porto è la squadra della città (a Porto abbiamo anche il Boavista), molto di più di un “anti-Benfica” una squadra che rappresenta quello che i tifosi definiscono il simbolo della nazione Portuense (della città di Porto).

Jorge Nuno Pinto da Costa emblema vivente della squadra

Gli “adeptos” (Tifosi in Portoghese) del Porto riconoscono nel suo Presidente, Jorge Nuno Pinto da Costa, un emblema vivente della squadra, tanto da definire il Presidente il Papa del Porto. In carica dal 1981, Pinto da Costa (85 anni), è il Presidente con più titoli al mondo con 58 titoli (tra i quali 2 Coppe Intercontinentali, 2 Coppe Campioni, 2 Coppe UEFA, 1 Supercoppa Europea, 20 titoli nazionali, 12 Coppe del Portogallo e 19 Supercoppe di Lega).

Per questa squadra sono passati tanti grandissimi giocatori che poi si sono affermati a livelli mondiali come per esempio Fernando Gomes (deceduto l’anno passato), Rabah Madjer (definito tra i tifosi come il tacco di Dio, per il famoso gol che proprio di tacco fece nella finale contro il Bayern Monaco e che determinò nel 1987 la vittoria della prima Coppa Campioni per il Porto), ma anche João Pinto, Deco, Ricardo Carvalho e Vitor Baia grande portiere attualmente Vice Presidente della squadra Portuense.

Mourinho come anello di congiunzione

Porto-Inter è più che un duello mitologico tra il Drago e il Biscione, è anche la storia di un uomo che vince il triplete con due società: José Mourinho che proprio nella stagione 2002/2003 vince il primo triplete con il Porto ma con la coppa UEFA e lo sfiora l’anno dopo vincendo Campionato e Coppa dei Campioni ma non riuscendo a vincere la Coppa del Portogallo (vinta quell’anno dal Benfica di Camacho).

Porto e Inter hanno condiviso diversi campioni che hanno vestito le maglie dei due clubs, tra questi si ricordano Juary, Maniche, Ricardo Quaresma, Rolando, Osvaldo, Guarin, João Mário, ma anche e soprattutto Sérgio Conceição, attuale allenatore dei “Dragões”. La casa del Porto è lo Stadio del Dragão, che ha sostituito l’antico Stadio “das Antas”, che ha ospitato le partite della squadra per più di 50 anni. Nonostante la demolizione dell’antico stadio la zona “das Antas”, uno dei quartieri più nobili e aristocratici della città continua a essere famoso per il suo stadio, proprio come San Siro a Milano.

Dal nostro corrispondente Ermanno Aparo

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