A discapito del clima invernale che ancora attanaglia il capoluogo lombardo, per Milano, questi, sono stati giorni roventi sul fronte stadio. Nonostante l’argomento stia tenendo banco da circa un lustro, l’ultima settimana ha visto delle novità importanti, e forse definitive, per quel che riguarda la costruzione degli impianti che ospiteranno le gare interne di Inter e Milan e le conseguenti sorte del Meazza.
A fronte di tali nuovi e inaspettati sviluppi occorre fare un po’ di chiarezza, analizzando le differenti posizioni dei vari protagonisti.
Posizione Milan
A dare il “la” al recente cambio di programma, che ha visto una graduale perdita d’interesse nel “Progetto Cattedrale”, è stata proprio la società di Gerry Cardinale. Infatti, a fronte dei molteplici tentennamenti burocratici e della precaria situazione economica dei cugini nerazzurri, il Milan ha deciso di fare da sé, volendo costruire uno stadio di sua esclusiva proprietà.
Tale progetto, oramai, non sarebbe più solo un’idea, posto che i Diavoli avrebbero già individuato diversi spazi papabili. In particolare, ad oggi, accantonate le aree di Sesto San Giovanni e di San Donato, la società rossonera avrebbe concentrato le sue attenzioni sulla zona “La Maura”, la quale le garantirebbe diversi vantaggi. In primo luogo, consentirebbe al Milan di non lasciare Milano, essendo essa situata a qualche chilometro dal Meazza; inoltre, essendo un terreno di proprietà privata, si eviterebbero molte lungaggini burocratiche. Tuttavia, anche questa soluzione non sarebbe priva di intoppi, considerate le proteste, già palesatesi, da parte degli abitanti del quartiere, i quali si oppongono a un’ulteriore colata di cemento a discapito del verde di San Siro.
A fronte, però, dell’idea prospettata dai rossoneri, la società di scommesse Snaitech ha comunicato l’incedibilità dell’area “La Maura”, sulla quale ci sarebbe un accordo che la vincolerebbe alla tutela delle attività ippiche, cui attualmente è adibita.
Posizione Inter
Più complicati e nebulosi appaiono, invece, i progetti dell’Inter, per la quale la volontà di costruire uno stadio tutto per sé è stato più che altro frutto di una scelta forzata. Infatti, la prima opzione dei nerazzurri, per quanto complicata, rimane a tutt’oggi la realizzazione della “Cattedrale”, in condivisione con il Milan.
Tuttavia, la costruzione di un autonomo impianto per le partite casalinghe della Benamata non sarebbe così semplice. A complicare le cose, infatti, ci sarebbe la difficile situazione economica che attualmente sta interessando le tasche nerazzurre, a favore delle quali esisterebbe anche un finanziamento di 275 milioni di euro elargito dal fondo Oaktree.
Nonostante tali problematiche, a sua volta, l’Inter sembrerebbe aver individuato un’area su cui costruire il suo stadio. Da quel che emerge, per la verità non tanto, il papabile terreno sarebbe situato in una zona di confine fra i limitrofi comuni di Assago e Rozzano e, come nel caso del Milan, costituirebbe proprietà privata.
Stadio: Posizione del Comune di Milano e Comitato “Sì Meazza”
La patata più bollente è ora nelle mani del Comune di Milano che, dopo aver tirato forse un po’ troppo la corda con infinite lungaggini burocratiche, ora si vede scaricato da Inter e Milan, rischiando di rimanere con il cerino in mano. Anche dalle parole pronunciate dal sindaco Beppe Sala emerge la preoccupazione della Giunta circa le sorti e il reimpiego del Meazza. Infatti, ora San Siro rischia di rimanere sul groppone di Palazzo Marino che, senza l’introito delle due squadre, non può di certo sostenere i costi di mantenimento.
Nel mentre, Luigi Corbani, esponente del Comitato “Sì Meazza”, ha rotto il silenzio, dichiarando: “L’idea di abbattere il Meazza era ed è sbagliata. San Siro può essere utilizzato per lo sport e lo spettacolo. L’annuncio del sindaco Sala che non interessa a nessuno non è credibile. Basterebbe una gara internazionale, ammodernarlo e darlo in gestione a una società senza dover spendere soldi pubblici”.
Lo stesso Corbani ha poi aggiunto: “San Siro non può essere abbattuto. Può continuare a ospitare una squadra ed essere utilizzato 365 giorni l’anno, con alcuni lavori di ammodernamento dell’impianto e di realizzazione della copertura”.
Il futuro del Meazza? Un vero rebus.
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