Il Cigno stende il Plzen

Dopo il KO amaro, ma accettabile, contro il Bayern Monaco, arriva la prima vittoria dell’Inter in questa Champions League. Nerazzurri forti dei favori del pronostico nel pre gara: 9 vittorie, 5 pareggi e 6 sconfitte contro le squadre ceche. Resta comunque che quella contro il Plzen fosse tutt’altro che una partita da sottovalutare, per l’Inter era infatti fondamentale portare a casa i 3 punti per restare incollati a Barcellona e Bayern.

Apre le danze Dzeko al 20’ del primo tempo con una conclusione di prima intenzione che pochi si aspettavano, compreso il portiere avversario. Il bosniaco mette così in porta il goal dell’1-0. Si riscatta, dunque, il cigno di Sarajevo dopo la prestazione cupa contro il Torino che gli ha riservato un po’ di fischi dagli spalti all’uscita dal campo. 60’ minuto cruciale ai fini del risultato perché è in quel momento che Bucha commette un bruttissimo intervento su Barella: cartellino rosso e strada spianata per l’Inter che domina nell’ultima mezz’ora di gara. Bisognava solo chiudere il match, missione presa in carico e compiuta da Dumfries che sfrutta l’assist proprio di Dzeko e mette in ghiaccio la partita.

Anche in panchina non mancano gli esperimenti tattici: Inzaghi risponde alle critiche post Bayern giocando la propria fiche su un po’ di turnover, poi giustificato ai microfoni di SportMediaset. Torna Onana, si presenta Acerbi. A centrocampo Mkhitaryan con Brozovic e Barella a supporto di un tandem sorpresa formato inaspettatamente da Correa e Dzeko. Il risultato finale sorride ai nerazzurri che ora possono concentrarsi alla complicata trasferta di Udine con il massimo della fiducia e della condizione. Qualità necessarie a prepararsi ad essere ospite di chi ha conquistato ben 13 punti fatti in 6 partite, e che ad oggi vanta il secondo miglior attacco insieme a Milan e appunto Inter (tutte a quota 12 goal). 6 invece i goal subiti (2 in meno di quelli subiti dall’Inter).

Notte fonda a Torino

Continua il periodo nero della Juventus di Massimiliano Allegri, che non riesce a portare a casa nemmeno 1 punto nella sfida contro il Benfica. I bianconeri passano subito in vantaggio con il solito Milik, goal che sembrava mettere la strada in discesa e invece no. Passa il tempo e il Benfica cresce sempre di più fino a al minuto 43′ quando Miretti commette fallo in area di rigore. Dagli 11 metri Joao Mario non sbaglia e va ad esultare sotto i tifosi bianconeri portando le mani alle orecchie, gesto che non piace molto ai giocatori della Juventus che se la prendono e si scatena così una piccola rissa che termina con le ammonizioni di Perin e proprio dell’ex.

Da lì la Juventus prova a creare ma non concretizza, o meglio, concretizza ma in fuorigioco: è infatti al minuto 83 che Vlahovic trova il gol ma in offside. Numerose, come detto, le palle goal gettate all’aria dai bianconeri, prima con Kostic, che ha sfiorato il raddoppio, e infine con Bremer, che al minuto 87 si è divorato un goal praticamente fatto. Allegri ha provato a giocarsi tutte le sue carte, mettendo dentro Di Maria e Kean, ma senza risultato.

La Vecchia Signora, dunque, resta ultima e ancora a quota 0 punti nel girone. Una Juventus senza un gioco, senza carattere e, soprattutto senza una vera e propria idea di base. I bianconeri visti contro il Benfica sono gli stessi che abbiamo visto nelle sfide contro Salernitana, Fiorentina e Sampdoria, tutte queste sfide hanno in comuna una cosa: prestazioni non all’altezza. Vedremo se Allegri e i suoi collaboratori sfrutteranno questa sosta nazionali per mettere un po’ le idee in chiaro e sistemare alcune cose. Prima della sosta, però, la squadra allenata dal tecnico toscano dovrà affrontare il Monza ultimo in classifica, fresco di esonero e assolutamente in cerca di riscatto.

Luci a San Siro

Il Milan è troppa roba per questa Dinamo Zagabria. Una partita indubbiamente dominata per lunghi tratti dai rossoneri con qualche sprazzo da parte della squadra ospite. Una vittoria importantissima per gli uomini di Pioli che ora garantisce la testa del girone, almeno fino al prossimo turno.

Parte forte il Milan senza però mai creare eccessivi pericoli a Livakovic. Sono gli episodi a sbloccare questi match ed è una grande pensata del solito Leao che regala al Diavolo una chance d’oro: ad un giro dalla fine della prima frazione, Giroud si presenta sul dischetto del rigore e gonfia la rete mandando i suoi col sorriso negli spogliatoi. Il numero 9 francese diventa il secondo giocatore francese più anziano ad aver segnato in Champions League dopo Laurent Blanc. La storia si ripete nel secondo tempo, che inizia allo stesso modo di come è finito il primo: dominio Milan ma senza attesa per il gol.

Al 47’ è ancora Leao a rendersi protagonista scappando via sull’out di sinistra per pennellare un cross perfetto che pesca Saelemaekers che deve solo spingere in rete per diventare il capocannoniere del Milan in Europa. 2 goal in 2 match come solo Pato nel 2012/13 era riuscito. Brutto colpo per gli uomini di Čačić che trovano comunque la forza per rialzarsi e prendere in mano il pallino del gioco. Dopo 11 minuti, infatti, arriva il goal della Dinamo Zagabria che dimezza lo svantaggio ma costringendo il Milan a tornare sull’attenti e grazie agli ingressi di De Ketelaer e soprattutto Pobega, chiudere il match proprio con il primo sigillo stagionale dell’ex Torino. Partita in cassaforte e 3 punti fondamentali per avviarsi con fiducia alla delicatissima partita con il Napoli, in cui ricordiamo che mancherà Leao, squalificato dopo il rosso a Genova.

Delirio napoletano a Glasgow

Gli azzurri l’hanno spuntata contro i Rangers. Risultato bugiardo, il 3-0, che non rispecchia per nulla l’andamento della gara. Match molto equilibrato con il Napoli leggermente meglio dal punto di vista realizzativo, anche se Meret ha salvato i compagni non poche volte. Il match subisce una svolta al minuto 55: Sands stende Simeone in area e scatta la doppia ammonizione: rosso. Si presenta Zielinski sul dischetto che, però, viene ipnotizzato da Mcgregor che para il rigore, ma sulla respinta arriva prima di tutti Politano che la mette in porta. Neanche il tempo di festeggiare che l’arbitro va a verificare la validità del rigore al VAR. Inizialmente si pensava che Politano fosse entrato in area prima del dovuto, ma invece l’irregolarità l’ha commessa il portiere scozzese dei Rangers. Dunque rigore da ripetere e con grande coraggio il pallone lo prende nuovamente in mano il polacco Zielinski. Il trequartista azzurro batte il rigore nello stesso punto precedente e Mcgregor lo para nuovamente. In superiorità numerica il Napoli non fatica a mantenere il possesso e a concludere in porta, con Mcgregor che ha sfoderato innumerevoli interventi sensazionali. Qualche minuto dopo altro calcio di rigore in favore dei partenopei, a causa del fallo di mano evidente di Barisic su un tiro di Kvaratskhelia. Erano molti i pretendenti per presentarsi dagli 11 metri, ma alla fine il pallone lo prende in mano Politano. Mancino secco dell’ex Inter, Mcgregor anche in questa situazione aveva indovinato il lato, questa volta, però, senza esser riuscito a respingere il tiro. Successivamente non c’è stato un attimo di respiro, con il Napoli che voleva chiuderla e i Rangers che ripartivano, ogni volta che c’era la possibilità, in campo aperto.

A chiudere i giochi sono stati i nuovi entrati Raspadori e Ndombele, che ai minuti 85 e 91, hanno regalato i 3 punti al Napoli e, soprattutto, la vetta in solitaria nel girone. Decretare un migliore in campo è difficile, ma fra tutti risalta la grandissima prestazione del portiere scozzese Mcgregor che ha evitato più volte al Napoli di trovare la via del goal sfoderando interventi di altissimo livello. Prima della sosta delle nazionali, al Napoli spetterà una partita complicatissima a San Siro contro il Milan di Stefano Pioli. Entrambe le squadre sono in forma smagliante, staremo a vedere chi la spunterà.

A cura di Emilio Malacrida