L’evento dell’anno, la finale di Champions League, ha dato il suo verdetto ed è il più amaro che si potesse immaginare. 5-0 per il PSG, che ha umiliato l’Inter in un atto conclusivo che non aveva mai visto così tanti gol di scarto. A soffrire insieme a squadra e allenatore anche il presidente Beppe Marotta, alla prima finale in questa nuova veste.
Durante un intervista l’ad aveva parlato del futuro del club e di come lo stesso grazie a Oaktree parta da basi solide. Il presidente ha chiarito che la nuova proprietà intende costruire una squadra competitiva investendo su profili giovani:“Abbiamo concordato un modello diverso puntando su giocatori con potenziale che rappresentano una risorsa per il presente e il futuro”.
Obiettivo chiaro quindi: valorizzare il talento, il settore giovanile e la seconda squadra per costruire sostenibilità a lungo termine.
Inzaghi, la conferma di un progetto vincente

Le voci su un possibile addio di Inzaghi continuano a rincorrersi, soprattutto dopo l’amara sconfitta. Forse sono alimentate da chi spera di scalfire la tranquillità della squadra ma secondo Beppe ci sono tutti i presupposti che l’allenatore possa continuare: “È bravo, motiva bene i giocatori e propone un calcio moderno e offensivo”.
Lato tecnico dopo le rassicurazioni alla vigilia ecco parole criptiche, con le quali Inzaghi ha lasciato molti dubbi: “Se ci sarò al Mondiale per Club? Non so rispondere, sono qui per educazione e rispetto vostro“. Dopo queste dichiarazioni il futuro dell’Inter ora è più incerto che mai.
Da Istanbul a Monaco: una crescita continua
La finale di Istanbul per molti ha significato la rottura dei sogni interisti ma per Marotta, e non solo, quella sconfitta ha segnato l’inizio di un percorso: “I giocatori hanno preso consapevolezza del loro valore”.
Questa consapevolezza non si è però vista a Monaco, dove la freschezza e la velocità dei giocatori parigini hanno colpito l’Inter per tutti i 90′.
A dimostrazione della sua positività il presidente ha però voluto citare Nelson Mandela per spiegare la filosofia del club: “Non perdo mai. O vinco o imparo”.
Valori aziendali e appartenenza prima del denaro

L’ex bianconero ha voluto poi elogiare Oaktree:”La proprietà deve avere fiducia nel management, servono competenza, etica del lavoro e cultura aziendale”.
Valori che gli americani hanno riconosciuto alla gestione nerazzurra continuando a darne fiducia.
Riforme e calendario: riduzione delle squadre per alzare la qualità
In una stagione così massacrante l’Inter è arrivata a giocare quasi 60 partite, un numero troppo alto che potrebbe mettere a rischio la salute dei giocatori.
A riguardo Marotta ha voluto ribadire quella che è il mantra del suo pensiero ovvero ridurre la Serie A da 20 a 18 squadre, come avviene già in Bundesliga e Ligue 1. Una soluzione che aiuterebbe a uniformare il calcio italiano alle altre leghe europee ma che indubbiamente potrebbe creare malcontento in Serie A.
Riuscire a mettere d’accordo tutti sarà quasi impossibile ma per pensare a questo ci sarà ancora tempo, prima infatti c’è l’emozione di una finale e di Marotta, presidente dell’Inter.
Per rimanere sempre aggiornato su tutte le notizie di calciomercato clicca qui
Se vuoi restare sempre aggiornato entra nel canale Telegram