Il Manchester United al centro del mondo, questa volta non per delle critiche strettamente legate ai risultati, quanto alle telefonate che da giorni stanno facendo bollire i telefoni negli uffici dei Red Devils. Dopo quella, confermata, di Jassim bin Hamad bin Jaber Al Thani, ora anche quella del gruppo INEOS.
La conferma da Sir Jim Ratcliffe che insieme al gruppo suddetto si dice interessato al 100% del popolare club inglese.
Il comunicato ufficiale INEOS
“Possiamo confermare che Sir Jim Ratcliffe e INEOS hanno presentato un’offerta per la proprietà di maggioranza del Manchester United Football Club”, si legge nel comunicato ufficiale dell’azienda inglese.
“Vogliamo proteggere il Manchester United per conto dei tifosi e della comunita’ piu’ ampia e per lungo tempo.” E ancora: “Siamo ambiziosi e altamente competitivi e vorremmo investire nel Manchester United per renderlo ancora una volta il club numero uno al mondo. Riconosciamo anche che la governance del calcio in questo paese è a un bivio. Vorremmo aiutare a guidare questo prossimo capitolo, approfondendo la cultura del calcio inglese facendo del club un faro per un approccio alla proprietà moderno, progressista e incentrato sui tifosi. Vogliamo un club ancorato alla sua orgogliosa storia e alle sue radici nel nord-ovest dell’Inghilterra, riportando il Manchester nel Manchester United e concentrandosi chiaramente sulla vittoria della Champions League”.
Il Gruppo Raine, che gestisce la vendita del club, valuterà ora le proposte, alcune delle quali non ancora rese pubbliche.
Lettera all’UEFA per bloccare l’acquisto Manchester
Il tutto mentre emergono nuovi retroscena sull’offerta del Qatar per l’acquisizione della squadra inglese; infatti prima che venisse pubblicamente annunciato l’interesse dello Sceicco Al Thani sarebbe giunta una lettera all’UEFA e in particolar modo a Ceferin in cui gli veniva chiesto di bloccare l’offerta araba.
Nella lettera inviata viene messa in dubbio l’integrità del gioco, dal momento che lo stesso fondo diverrebbe cosi’ proprietario di due tra le più importanti squadre al mondo: United e Psg.
Nella lettera si legge: “Uno studio di base del sistema politico ed economico del Qatar dimostra ampiamente l’impossibilità per qualsiasi consorzio del Qatar di dimostrarsi indipendente dall’influenza statale, e quindi separato dalla proprietà del PSG”, si legge nella lettera: “Il World Freedom Index di Freedom House classifica il Qatar come “non libero”, e la sua valutazione più recente è molto critica nei confronti dei precedenti del Qatar in materia di stato di diritto, corruzione e partecipazione politica: “L’emiro ereditario del Qatar detiene tutta l’autorità esecutiva e legislativa e alla fine controlla la magistratura.
Il richiamo allo statuto dell’UEFA
Lo Statuto della UEFA è molto chiaro sull’importanza fondamentale di garantire che nessuna singola parte possa esercitare il controllo o l’influenza su più di un club, e questo è tanto più importante quando i proprietari sono stati. La proprietà statale delle squadre di calcio europee mette a repentaglio l’integrità del gioco, i suoi valori proclamati e la sua sostenibilità. Qualsiasi tentativo da parte della UEFA di modificare le proprie regole per facilitare la comproprietà di più club consegnerebbe le chiavi del calcio europeo per club a stati autocratici in cui esiste un regime di repressione e assenza dello stato di diritto, e nel caso specifico del Qatar, che attualmente è accusato di cercare di corrompere le istituzioni democratiche europee».
Il fatto che QSI possieda già il PSG rappresenterebbe un ostacolo perché i regolamenti UEFA stabiliscono che “nessuna persona fisica o giuridica può avere il controllo o l’influenza su più di un club che partecipa alle competizioni UEFA per club”.
In Europa esiste un precedente
Nonostante questo esiste un precedente che permetterebbe ad Al Thani di comprare lo United; RB Lipsia e Red Bull Salisburgo hanno partecipato alla Champions League nonostante la loro associazione con la società Red Bull, produttrice di bevande energetiche nonche’ della omonima squadra di Formula 1.
Un caso che potrebbe quindi fare da apripista anche ad altri potenziali investimenti ed investitori di persone facenti capo allo stesso gruppo.
Al momento Ceferin e Uefa non hanno rilasciato dichiarazioni o prese di posizioni a riguardo, il tutto forse in attesa di vedere chi effettivamente diventerà il prossimo proprietario del Manchester United ma questo lo sapremo solo nelle prossime settimane.
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