Il calcio fa divertire, emozionare, sa raccontare storie e insegnare lezioni di vita. A volte però la passione supera ogni limite, persino quelli della razionalità. Le immagini che arrivano dall’Argentina, dove continua incessantemente la celebrazione del terzo titolo mondiale, fanno riflettere.

Milioni, 5 per l’esattezza, di persone riversate nelle strade della capitale, e non solo, per ribadire il proprio amore per la selecciòn. Anche con gesti estremi. C’è chi piange, chi scatena l’adrenalina addosso alle forze dell’ordine, chi scava tunnel per salire in cima all’obelisco centrale e chi addirittura atterra sul pullman scoperto lanciandosi da un ponte. Non facendo caso alle possibili conseguenze perché non si ha la certezza di poter rivivere quelle sensazioni un’altra volta. “Non riusciamo ad arrivare all’Obelisco, le organizzazioni di sicurezza che ci hanno scortato ci bloccano. Mille scuse a nome di tutti i giocatori“, stizzito il presidente dell’Afa Claudio Tapia che su Twitter ha dovuto motivare la scelta di dover continuare la parata in elicottero.

 

Messi mania: l’Argentina ai suoi piedi

Messi è il Re della festa. Tutti lo applaudono, lo chiamano, lo venerano e lo fotografano. In ogni veste, di giorno e di notte, seduto o in piedi, in silenzio o mentre canta con i suoi compagni. L’Argentina vuole essere ricordata così: un mix di passione e follia che travolge il mondo intero, e non solo quello del calcio. Le strade della città sono bloccate da giorni, per le vie c’è spazio, e neanche troppo, solo per le persone. Qualcuno trova “rifugio” arrampicandosi sui semafori, sui cartelloni stradali o sulle balaustre dei ponti, per godere da più vicino il clima che si respira sul pullman dei campioni.

E’ la rivincita di un popolo intero, trascinato dall’affetto che torna indietro come un boomerang dopo aver realizzato il sogno di una vita. Per una volta l’io è stato messo prima del noi ma la gente era d’accordo perché al centro di tutto c’era sempre Leo, e la sua voglia di stringere al petto la coppa che ha sempre rincorso e spesso pianto. La favola dal lieto fine ma con la morale ancora da insegnare, a dimostrazione che il calcio troppo spesso supera qualsiasi limite.