In un Olimpico gremito di entusiasmo e speranza, la Lazio sfiora l’impresa europea contro il Bodø/Glimt nel ritorno dei quarti di finale di Europa League. Dopo il 2-0 subito all’andata sul difficile campo norvegese, i biancocelesti mettono in scena una rimonta emozionante, culminata con il 3-1 ai supplementari (e punteggio aggregato di 3-3). Tuttavia, ai rigori è fatale l’errore di Castellanos: i norvegesi scrivono la storia e volano per la prima volta in semifinale. Una notte amara per la squadra di Baroni, che saluta l’Europa a testa alta ma in uno dei modi più amari che conosce gioco del calcio.
La Lazio posa il primo mattoncino per la rimonta
Il match dell’Olimpico, crocevia per le speranze europee della Lazio, si apre con il piede sbagliato per i padroni di casa. È infatti il Bodø/Glimt a dettare il ritmo nei minuti iniziali, orchestrando le prime manovre offensive con vivacità e dinamismo, mentre la squadra di Baroni appare compassata e poco fluida nella gestione del pallone. I norvegesi, rapidi sulle seconde palle e pericolosi in transizione, mettono più volte in difficoltà la retroguardia biancoceleste con le loro sortite rapide e verticali. Ma la Lazio, pur con qualche affanno, ha il merito di saper soffrire e di crescere con lo scorrere del cronometro, alzando il baricentro e rendendosi sempre più pericolosi in avanti.
L’episodio che cambia l’inerzia arriva da un recupero palla alto, trasformato in oro da Isaksen, che dal fondo trova il pertugio vincente per il colpo di tacco vincente di Castellanos dell’1 a 0 Lazio. Un gol pregevole, che restituisce fiducia e accende il pubblico dell’Olimpico. Da lì in avanti i biancocelesti prendono campo, attaccano con maggiore convinzione e costruiscono diverse occasioni, compresa una traversa colpita da Zaccagni nei minuti finali. Il Bodø prova a tenere con ordine, tuttavia l’impressione è che la Lazio sia pienamente dentro la partita e che la rimonta, fin qui, sia più di una semplice speranza.

I biancocelesti sprecano ma non muoiono mai: pareggio in extremis e supplementari conquistati
L’inizio della ripresa è un assalto organizzato della Lazio, spinta dalla consapevolezza che serva solo un gol per allungare il sogno. I biancocelesti si riversano nella metà campo del Bodø/Glimt con grande intensità, mentre i norvegesi si affidano al fisico e a un pressing spesso falloso per rompere il ritmo. La squadra di Baroni costruisce azioni su azioni ma continua a peccare in lucidità negli ultimi metri, dove spesso manca il guizzo risolutivo.
Col passare dei minuti il match si fa più sporco e nervoso, anche per la gestione ostruzionistica degli ospiti, che provano a rallentare ogni situazione di gioco. La Lazio però non molla e inserisce forze fresche per continuare a spingere, però l’imprecisione persiste. Il Bodø, dal canto suo, spreca due occasioni colossali in contropiede, con Mandas provvidenziale. E proprio quando il tempo sembrava finito, arriva il più classico dei “Gol mangiato, gol subito” per i norvegesi: zampata di Noslin, bravo a sfruttare una sponda di Romagnoli sugli sviluppi di un corner: 2-0 e Olimpico in estasi. Una rete che manda tutti ai supplementari e premia la caparbietà di una squadra che, seppur imperfetta, ha avuto il merito di crederci fino all’ultimo secondo.

Lazio, cuore e sofferenza: prima l’illusione con Dia, poi Helmersen gela l’Olimpico
Nel primo tempo supplementare, la Lazio sembra trovare subito la risposta giusta all’inerzia favorevole maturata nel finale dei 90 minuti regolamentari. Nonostante le energie residue siano poche, la squadra di Baroni tiene alto il baricentro e trova anche il gol che ribalta la doppia sfida: perfetto il cross morbido di Guendouzi, sontuoso l’inserimento di Boulaye Dia che con uno stacco imponente segna il 3-0. Una rete che fa esplodere l’Olimpico e dà la sensazione che il miracolo si stia completando. La Lazio gioca sulle ali dell’entusiasmo e, pur perdendo per infortunio il sfortunatissimo Nuno Tavares, sembra avere più energie mentali degli avversari, che faticano a reagire.
Il secondo supplementare, però, racconta una storia diversa. La squadra di casa inizia ad arretrare troppo il proprio baricentro, forse tradita dalla stanchezza. I norvegesi del Bodø/Glimt, fino a quel momento poco pericolosi, approfittano di una serie di rimpalli nell’area laziale e trovano il 3-1 con Helmersen, che rimette in parità il conto complessivo. Un colpo durissimo per la Lazio, che vede vanificato tutto lo sforzo fatto. I biancocelesti provano una reazione d’orgoglio nel finale, anche in superiorità numerica per poco tempo con l’espulsione dello stesso Helmersen, ma non trovano il gol qualificazione. Il destino della sfida si decide così ai calci di rigore.

La lotteria dei rigori condanna la Lazio: il Bodø/Glimt fa la storia
Si decide tutto dagli undici metri, con un saliscendi di emozioni che accompagnano da sempre questo rituale tanto spettacolare quanto diabolico. Decisivo l’errore dal dischetto di Castellanos, che si fa ipnotizzare da Haikin: il suo tiro impreciso consegna alla squadra ospite la prima storica qualificazione a una semifinale europea da parte di una compagine norvegese.
La serie dei rigori
Jens Hauge (Bodø/Glimt): ❌
Boulaye Dia (Lazio): ✅ 1-0
Sondre Fet (Bodø/Glimt): ✅ 1-1
Loum Tchaouna (Lazio): ❌
Sondre Sørli (Bodø/Glimt): ✅ 1-2
Tijjani Noslin (Lazio): ❌
Brede Moe (Bodø/Glimt): ✅ 1-3
Matteo Guendouzi (Lazio): ✅ 2-3
Patrick Berg (Bodø/Glimt): ❌
Valentin Castellanos (Lazio): ❌
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