La sensazione che ha lasciato il derby di Milano è di uno scontro che, oltre al piano tecnico, ha visto il Milan prevalere anche su quello della motivazione e della grinta. I rossoneri sono più cattivi, sportivamente parlando, e dimostrano giornata dopo giornata che lo scudetto dell’anno scorso non è stato assolutamente un caso. Questo match poteva essere l’occasione perfetta per la vendetta interista per dimostrare che il titolo sfuggito l’anno scorso era stato frutto solamente di sfortunate coincidenze. Così non è stato. La diceria popolare che vuole l’Inter tecnicamente superiore al Milan non regge più. Gli uomini di Pioli sono forti e si meritano di essere definiti come la squadra da battere in Italia.
Il fattore Leao e la qualità di Maignan
L’inizio di campionato di Rafael Leao aveva creato attorno al numero 17 milanista dello scetticismo. Il fuoriclasse che aveva trascinato il Milan nella corsa scudetto 21/22 sembrava essersi perso, soprattutto nelle sfide a Bergamo e a Reggio Emilia. Il portoghese ha scelto l’occasione migliore per svegliarsi dal torpore di questo inizio di stagione e per illuminare con la sua classe il Meazza. Due gol e un assist il bottino di Leao che, quando è in giornata, diventa imprendibile per chiunque. L’occasione del terzo gol, il secondo personale del giocatore, è emblematica. Si può notare come i difensori dell’Inter temano Leao e la sua imprevedibilità preferendo aspettarlo senza affrontarlo direttamente e venendo, inevitabilmente, superati con facilità dal milanista. Se si vuole trovare un difetto al Milan si può forse parlare di una Leao-dipendenza, visto che i rossoneri aumentano di gran lunga la loro pericolosità offensiva quando l’esterno sinistro è in partita.
Un altro giocatore che ieri ha dimostrato di essere tra i miglior al mondo nel suo ruolo è Maignan, decisivo nei venti minuti finali in cui la sua squadra aveva inspiegabilmente staccato la spina. Il portiere francese è un vero muro invalicabile che subisce gol solamente quando è impossibile evitarlo. Le parate su Lautaro e Calhanoglu sono di una difficoltà fuori dal comune e creano sconforto nell’avversario, che sa di doversi superare per trovare la rete.
C’era una volta la difesa dell’Inter
Cos’è successo a Skriniar, De Vrij e Bastoni? Il trio protagonista dello scudetto di Antonio Conte sta dimostrando una fragilità impensabile fino a qualche mese fa. I tre difensori sembrano insicuri e incapaci di sfruttare al meglio le loro caratteristiche principali, come la capacità di impostare l’azione per Bastoni. Il terzo gol del Milan dimostra una totale confusione da parte del reparto arretrato, con i tre difensori incapaci di organizzarsi mentre il portoghese li supera con facilità irrisoria. Anche la lucidità sembra mancare nei giocatori dell’Inter. Nell’occasione del secondo gol, De Vrij regala inspiegabilmente una rimessa laterale in zona d’attacco al Milan, quando avrebbe potuto tranquillamente appoggiarsi su Handanovic. Da lì nasce la rete dei campioni d’Italia.
Un altro tema da trattare è quello relativo al portiere, che tiene banco ormai da diversi anni tra i tifosi interisti. In partite in cui l’avversario è un top player come Maignan, la differenza tra l’avere e il non avere un estremo difensore che trasmette sicurezza risalta particolarmente. Onana siede in panchina e ha esperienza internazionale nonostante l’età ancora giovane. Non farlo giocare può risultare deleterio per la squadra.
Infine, la sensazione che ha lasciato l’Inter è di un gruppo scarico mentalmente e che si lascia trasportare dagli eventi della partita. Non si è vista la voglia di rivincita sul Milan, che è sembrato nettamente più affamato e voglioso di ripetere i fasti della stagione passata. Servirà un cambio di rotta importante perché, oltre al proibitivo impegno di mercoledì sera contro il Bayern Monaco, sabato prossimo a San Siro arriverà l’ostico Torino di Juric.