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Esperienza mista garra, la giusta formula che garantisce all’Inter la conquista del primo scontro diretto della stagione. Con una doppietta di Dzeko e l’autogol di Palomino, i nerazzurri soffrono ma strappano 3 punti d’amianto all’Atalanta di Gasperini.

Il match vede una partenza al diesel con pronostici rispettati, la posta in palio è altissima e il momento delle due squadre invita alla prudenza. Tanto possesso palla in una fase di studio che non sembra voler regalare particolari emozioni, insomma è la classica partita che può sbloccarsi solo grazie a un episodio.

Detto fatto, al 24’ del primo tempo, De Vrij manca il pallone toccato da Zapata ma urta la sua coscia e atterra l’attaccante bergamasco. Chiffi, sicuro, indica il dischetto senza neanche consultare il VAR (decisione giusta). Lookman pensa un po’ prima di decidere come segnare il suo settimo gol stagionale: all’angolino destro alto. Onana intuisce ma non basta.

Inzaghi invita subito alla reazione, riservando particolari attenzioni al suo difensore olandese con applausi e parole di conforto. Come si poteva immaginare, la partita passa su tutt’altro piano e le due squadre si affrontano senza esclusioni di colpi: Onana si rivelerà fondamentale con interventi di pregevole fattura che spianano la strada verso la vera sliding doors del match.

Al 36’ Calhanoglu si esprime in quello che meglio sa fare, pennellata spiovente e precisa sulla testa di Lautaro che accarezza con la nuca e lascia a Dzeko il lavoro sporco: colpo di tacco, pallone in rete e parità ristabilita.

Il bosniaco si conferma un’arma letale per le difese, illuse di poter tirare un sospiro di sollievo dopo il doppio forfait di Lukaku. Solo il duplice fischio salva l’Atalanta da un destino che sembrava ormai scritto.

Atalanta-Inter 2-3: i nerazzurri soffrono ma vincono

Nel secondo tempo è tutta un’altra Inter, la paura dello scontro diretto e il dato sui precedenti indubbiamente preoccupano. E’ ancora troppo fresco il ricordo della disfatta torinese ma i nerazzurri dimostrano di aver finalmente imparato dagli errori.

A centrocampo gli ingranaggi si incastrano a perfezione e le ali bruciano le fasce, Dimarco è ancora in stato di grazia per i festeggiamenti di un compleanno da sogno e innesca il cross che serve sui piedi di Dzeko la chance di entrare ancora nella storia. Il destino è dalla sua parte e, complice una leggera deviazione, mette fuori tempo Musso che nulla può fare per evitare lo svantaggio. 36 anni e 7 gol: Dzeko è come il vino.

In quell’occasione l’Inter trova la forza e la compattezza per dilagare. L’1-3 non è una sorpresa, Lautaro esulta perché ha colpito proprio come mercoledì ma senza accorgersi che è stato Palomino a tradire Musso deviando il pallone in rete.

Inizia la festa, ma l’Atalanta conosce i punti nevralgici del sistema Inzaghiano e sa come rovinarla. A trazione prettamente anteriore, i ragazzi di Gasperini iniziano a chiudere l’Inter nella propria metà campo fino a crearsi l’occasione che apra un minimo spiraglio nel muro nerazzurro di Milano. Cross dalla sinistra e spizzata di Palomino che stavolta colpisce nella porta giusta dando alla sua gente il monito di continuare a crederci e spingere i ragazzi verso un successo che poi non arriverà.

L’Inter risorge dalle proprie ceneri, la vittoria di Bologna pesa troppo poco in confronto alle 0 rimediate nei precedenti scontri diretti, ma il segnale ora è chiaro.