Si è conclusa la conferenza di presentazione di Igor Tudor, nuovo allenatore della Juventus, che guiderà la squadra fino alla fine della stagione. Se tutto dovesse andare per il verso giusto, con una gestione efficace della situazione Vlahovic e un miglior rendimento dell’attacco, che è rimasto a secco per due partite, e se dovesse centrare l’obiettivo del quarto posto, Tudor potrebbe avere buone chance di restare anche la prossima stagione.
Parla Giuntoli
La conferenza è iniziata con le parole di Cristiano Giuntoli su Thiago Motta, ormai ex allenatore: “Volevo cominciare questa conferenza ringraziando Motta e il suo staff per l’impegno profuso in questi mesi. Il nostro rapporto resta di grande stima. Durante la sosta ci siamo presi del tempo per analizzare l’andamento delle gare e abbiamo deciso di dare una sterzata importante per la squadra e per la Juve.”

Giuntoli ha poi introdotto Tudor, chiarendo la situazione: “Le nostre scelte sono andate subito su Igor, non solo per il suo passato in bianconero, ma anche e soprattutto per le sue qualità tecniche, umane e morali. Rimarrà con noi fino alla fine della stagione, incluso il Mondiale per Club. Poi ci sederemo attorno a un tavolo e la speranza è di continuare insieme. Ha qualità importanti per proseguire il nostro progetto. Questa squadra può dare soddisfazioni nel futuro, siamo fiduciosi, soprattutto grazie alla giovane età dei giocatori e all’esperienza maturata insieme. Questo ci garantirà una maggiore competitività fin da subito.“
Parla Tudor
Tudor ha preso la parola, esprimendo la sua emozione per questa opportunità: “Ringrazio il direttore e il club per questa possibilità. Darò tutto per non deludere nessuno. Ovviamente ci sono emozioni, tutti vorrebbero allenare la Juventus, ma ciò che conta di più è lavorare, fare bene e raggiungere l’obiettivo. Credo molto in questa squadra, ci sono giocatori forti. Ieri sono rientrati tutti dalle nazionali, e ora non ci sono scuse. Voglio responsabilità dai miei calciatori.”
Sul tema Vlahovic e dell’attacco, Tudor ha dichiarato: “Dusan ha fatto un bel gesto, rientrando in anticipo. È un calciatore fortissimo, sono felice di allenarlo. Ha fatto vedere le sue qualità, e lo farà ancora. Sa fare gol, capisce le azioni, è un trascinatore. Abbiamo parlato e ci siamo messi a lavorare. Lui e Kolo Muani sono due giocatori forti, possono giocare insieme, possiamo fare tutto. L’importante è avere giocatori forti, senza di loro un allenatore non può fare miracoli. La rosa è giovane e stimolante.”

Tudor ha parlato anche di Koopmeiners e Yildiz, dicendo che il loro impegno sarà fondamentale: “Quando un giocatore è forte, è facile trovargli il ruolo giusto. Ho visto i ragazzi motivati e dispiaciuti dopo l’addio del precedente allenatore. Koop e Kenan hanno caratteristiche rare, devono e possono fare gol, sono quei calciatori che fanno la differenza. Il mio compito è metterli nei ruoli giusti per farli rendere al massimo. Sono sicuro che ce la farò.”
La questione dei leader e del capitano
Sui leader della squadra, Tudor ha sottolineato che l’età non conta: “L’ho capito solo ieri, dopo aver incontrato qualcuno dei giocatori. Le generazioni cambiano, non solo tra calciatori ma anche nei giovani che arrivano. Una volta c’era più personalità, ma è una strada di cambiamento. Alla Juve non importa se sei giovane o vecchio: devi vincere e crescere in fretta. Questo vale per tutti. La Juventus sceglie le persone giuste e, se si sbaglia, i risultati non arrivano. Ma qui c’è una grande forza, a partire dai vertici. Mi hanno insegnato l’umiltà in questi 7-8 anni tra calciatori come Del Piero, Zidane e Montero. La cultura della Juve degli anni ’90 e 2000 era sempre votata alla vittoria, sia in Champions che contro le squadre più deboli in campionato.”

Infine, riguardo al capitano, Tudor ha annunciato che sarà Manuel Locatelli.
L’obiettivo di Tudor è trasmettere il DNA Juventus
Rispondendo a una domanda sulla Champions League, ha dichiarato: “Sentirete sempre cosa pensano i giocatori nello spogliatoio. La juventinità qui si percepisce nell’aria. Ci deve essere cuore e appartenenza, ma non si vince solo con questo. Altrimenti porteremmo il più grande tifoso e lo faremo allenare. Ci sono tanti aspetti da considerare, da parte di tutto il club. I giocatori sono sempre protagonisti, ma noi dobbiamo aiutarli a rendere al massimo.”

Tudor ha concluso parlando del DNA della Juventus: “Ho parlato molto di questo. Ho avuto la fortuna di essere allenato da grandi maestri come Lippi, Capello, e Ancelotti. Loro hanno vinto poco… (ride, ndr). Quegli anni mi hanno insegnato tanto. È stata una scuola di vita che mi ha costruito.”
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