La debacle di Torino contro l’Atalanta ha riportato la crisi in casa Juve. Dal clamoroso sogno di riapertura della corsa scudetto si è passato in pochi giorni al possibile esonero di Thiago Motta dalla panchina bianconera.
Roboante, quasi imbarazzante, lo 0-4 subito dai padroni di casa nel posticipo contro la Dea. L’immagine dei tifosi infuriati uscire anticipatamente dallo stadio, probabilmente, ha costituito il viatico per il paradossale, ma forse non del tutto sconsiderato, pensiero del sollevamento dell’incarico di Motta dalla panchina della Juve. La trasferta che vedrà i bianconeri impegnati a Firenze sarà decisiva.
I possibili sostituti.
La sconfitta contro i Viola, infatti, potrebbe portare a immediate e drastiche soluzioni, complice anche la sosta per le nazionali che consentirebbe due settimane di lavoro a chi subentrerebbe all’ex allenatore di Genoa e Bologna. L’ipotesi di un traghettatore si articola in due soluzioni: quella interna che vedrebbe i nomi di Massimo Brambilla o Francesco Magnanelli, rispettivamente allenatori della Juve Next Gen e della Juve Primavera e una soluzione invece esterna ma sempre “a termine” che porterebbe a Igor Tudor, attualmente svincolato.
La dirigenza bianconera però, potrebbe decidere di aspettare e far finire la stagione all’attuale tecnico per non scombussolare ulteriormente l’ambiente per poi cambiare drasticamente prima del mondiale per club negli Stati Uniti. I nomi più caldi che ad oggi vengono accostanti alla panchina della vecchia signora sono quelli di Conte, gradito ai tifosi più nostalgici, di Gasperini, forse il più plausibile e la suggestione De Zerbi. Oltre i citati, non è da sottovalutare il nome di Zidane, da sempre accostato ai bianconeri e al ritorno in Italia di Pioli, dopo la parentesi che sta vivendo in Arabia al Al Nassr.
Qualunque sia il destino della panchina della Juventus, dopo Firenze, di certo la società dovrà farsi delle domande e capire se, davvero, l’unico colpevole sia il suo allenatore.
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