La finale di Champions va a István Kovács

István Kovács, l’arbitro che non ruberà la scena

L’intensa attenzione mediatica di una finale di Champions League come quella tra Inter e Paris Saint-Germain non si concentra solo sulle due antagoniste ma anche sull’arbitro ufficiale. Questo tipo di partita, ça va sans dire, richiede un coraggio eccezionale da parte di chi si troverà a dirigerla.
La scelta della UEFA? István Kovács, 40 anni, rumeno che si distingue per freddezza e massima compostezza.

È noto per lasciare respirare la partita. Niente fischi inutili. Solo controllo, presenza e una straordinaria capacità di rimanere appena fuori dalla narrazione.
Tutto quello di cui una finale ha bisogno.

L'arbitro István Kovács discute con Hakan Çalhanoğlu

Già visto in scena: István Kovács conosce il copione

Kovács si è affermato come arbitro FIFA dal 2010. Ha diretto due finali europee in cui hanno giocato e vinto due italiane: la Conference League del 2022 e l’Europa League del 2024, ricevendo ottime valutazioni per entrambi i matches. Nel primo caso è stata la Roma ad alzare il trofeo mentre nel secondo l’Atalanta.
Kovács in questa stagione ha già arbitrato entrambe le squadre.

La sfida ai gironi dell’ Inter contro l’ Arsenal, vinta dai nerazzurri e un Bayern Monaco -PSG giocato proprio all’ Allianz Arena, sede della finale, vinta dai tedeschi. I parigini sul loro percorso verso Monaco hanno rincontrato Kovács in occasione della gara di ritorno degli ottavi quando hanno avuto la meglio ai rigori contro il Liverpool.

L' arbitro István Kovács in un colloquio cin i giocatori del Liverpool

Il suo stile in una parola? Equilibrato.

Kovács non è teatrale. Ha una comunicazione molto chiara, e sa gestire con fermezza l’ ego dei giocatori, sapendo entrare in scena solo se necessario. Un approccio sulla carta perfetto con stelle come Lautaro o Kvaratskhelia, giocatori che non si tirano indietro nei duelli uno contro uno e che, soprattutto, vivono la partita con grande intensità. 

Non lo vedremo esagerare con i cartellini o fischiare ad ogni caduta, ma sicuramente, negli episodi che davvero lo richiedono, intereverrà senza esitazione.

István Kovács difficilmente usa i cartellini durante le partite

Perché è la scelta giusta

Possiamo dire che la decisione della UEFA sia stata anche strategica, non solo tecnica. Kovács, con il suo distacco e capacità di gestire la partita e la forte pressione, è la persona giusta per lasciare che la finale si svolga in perfetto controllo, senza permettere però al fischietto di rovinare lo spettacolo che solo una sfida di questo calibro può offrire.


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