Inter

L’inizio di stagione dell’Inter di Simone Inzaghi ha stupito negativamente dirigenza e tifosi nerazzurri. Già dalle amichevoli estive e dalla prima giornata di campionato (1-2 a Lecce in pieno recupero) erano arrivate le avvisaglie del fatto che qualcosa non stesse funzionando, confermate poi dalle sconfitte con Lazio e Milan. La squadra appare involuta rispetto alla passata stagione nella quale, nonostante lo scudetto perso quando ormai sembrava cucito sul petto, aveva esibito un gioco gradevole per larghi tratti.

Le statistiche non lasciano spazio a interpretazioni: nella storia interista solo in tre annate (1998/99, 2000/01, 2011/12) il Biscione aveva perso tre delle prime sette partite e, in tutti i casi, aveva concluso la stagione fuori dalla zona Champions League. Un dato preoccupante che sta facendo riflettere non solo i sostenitori sempre presenti sia in casa che in trasferta (come ieri a Udine), ma anche la dirigenza.

Sotto accusa è chiaramente finito Inzaghi, apparso confuso in molti casi e incapace di invertire una rotta errata intrapresa in una calda serata di fine agosto all’Olimpico di Roma contro la Lazio. L’Inter fin qui ha sconfitto solamente squadre nettamente inferiori dal punto di vista tecnico, portando a casa invece zero punti con avversari dal livello più elevato. Lazio, Milan, Bayern Monaco e la sorprendente Udinese di Sottil hanno fatto bottino pieno contro i nerazzurri, mai apparsi in partita nelle sfide più complicate.

Inter, quanto costerebbe l’esonero di Inzaghi

Ad oggi Simone Inzaghi è saldamente sulla panchina dell’Inter. La sua posizione non è in bilico, ma i risultati di questo inizio di stagione lasciano pensare che le cose potrebbero cambiare. La società di Viale della Liberazione e il tecnico piacentino hanno firmato al termine della passata stagione un rinnovo contrattuale, prolungando il precedente che sarebbe scaduto a giugno 2023. Il nuovo accordo biennale, che scadrà al termine dell’annata sportiva 2023/2024, prevede un aumento di ingaggio per l’allenatore da 4,5 a 5,5 milioni di euro netti. Ciò significa che l’Inter deve ancora versare sul conto corrente di Inzaghi 9,6 milioni di euro netti, che equivalgono a 18 milioni lordi, a meno di eventuali dimissioni o di accordi su buonuscite.

Per non far gravare l’esonero di Inzaghi sul bilancio 2023/2024, che insieme a quello 2024/2025 e 2025/2026 sarà sottoposto ai paletti del FairPlay Finanziario, l’Inter potrebbe inserire l’operazione nel bilancio del giugno 2022, se essa avvenisse prima dell’approvazione definitiva di quest’ultimo. In caso di esonero, allo stipendio di Inzaghi da pagare fino al 2024 andrebbe ovviamente aggiunto anche quello del sostituto.

I costi sono sicuramente gravosi, soprattutto in un momento storico non particolarmente brillante per le finanze della società nerazzurra. In caso di mancata qualificazione alla prossima Champions League, i danni economici per l’Inter potrebbero essere ben più elevati.