L'esultanza del Totthenam al gol che è valso la vittoria dell'Europa League

A Bilbao va in scena una finale che sa di riscatto per due club dalla grande tradizione ma reduci da una stagione a dir poco complessa in Premier League e non solo. Al termine dei 90′, a sollevare l’Europa League è il Tottenham di Postecoglou, che mantiene la sua promessa: con lui in panchina, al secondo anno arriva sempre un trofeo. Gli Spurs tornano a scrivere la storia dopo oltre 40 anni di attesa, battendo un Manchester United tanto volenteroso quanto confusionario, che avrebbe però meritato sicuramente più di quanto raccolto nella serata basca. Per i Red Devils, quindi, un epilogo amaro dell’ennesima annata da dimenticare nel recente passato.

Una rete rocambolesca accende la finale

Il primo tempo non ha deluso le aspettative. Partita vibrante, giocata a ritmi elevati e con numerose occasioni da gol da entrambe le parti. A sorpresa, sono gli Spurs a chiudere avanti grazie a una rete fortunosa firmata Johnson, con deviazione decisiva di Shaw, sugli sviluppi di un’azione caotica in area. I londinesi, di fatto, non hanno effettuato tiri in porta nei primi 45′.

Infatti, se si guarda all’economia generale del primo tempo, è lo United la squadra che ha dato l’impressione di essere più a fuoco tatticamente. Dopo un avvio diesel, i Red Devils hanno creato con maggiore continuità, sfruttando le imprecisioni della difesa avversaria e mettendo in difficoltà Vicario in più di un’occasione, con Diallo sugli scudi Ma nel calcio, si sa, non sempre vince chi costruisce di più: decide un episodio e toccherà ad Amorim trovare la chiave per completare la rimonta e dare forma a quanto seminato.

L'autogol di Shaw che ha deciso la finale di UEL tra Totthenam Manchester United

Il Tottenham resiste all’assalto dei Red Devils e vince l’Europa League

Il secondo tempo della finale del San Mames si apre nel segno della continuità tattica: lo United, costretto a inseguire, riparte con grande aggressività, schiacciando subito gli Spurs nella propria metà campo. Bruno Fernandes e Diallo provano a inventare ma la manovra dei Red Devils è spesso imprecisa, frammentata e sbatte contro la muraglia eretta dagli uomini di Postecoglou. Il Tottenham si affida a disciplina, nervi saldi e una difesa da manuale, ben supportata da un Richarlison encomiabile per spirito di sacrificio.

L’ingresso in campo di un Son ancora non al meglio dopo il rientro dall’infortunio è il simbolo di un gruppo che resiste, si stringe e gioca ogni pallone come fosse l’ultimo. Lo United invece spreca, sfiora ma non trova il pari su palla inattiva, complice l’acrobatico salvataggio di Van de Ven sulla linea. I cambi di Amorim non danno la scossa sperata. Nel finale, tra rilanci affrettati del Tottenham e cross prevedibili dei Red Devils, si assiste a un assedio disordinato. Nemmeno il tentativo di redenzione con incornata di Shaw in extremis sposta gli equilibri del fato: finisce 1-0, gli Spurs sono campioni d’Europa. E lo fanno con una prestazione che, di certo, ricorderemo più per la solidità e la coesione che per lo spettacolo.

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