Il calciatore: sogno di tutte la ragazzine. Bello, muscolo, macho. In una parola… Uomo! Perché, in fondo, chi di noi non è cresciuta Sognando Beckham?
Il calcio: sport da veri uomini, dove corsa e sudore non fanno altro che mettere in risalto quadricipiti e pettorali. Addirittura, a volte, anche gli screzi in campo contribuiscono a rendere il tutto più maschio, aumentando il concentrato di testosteroni utile a portare a casa la battaglia.
Il pallone: forse ancora un ambiente un po’ troppo maschilista, come recentemente definito da Wanda Nara, in cui code di cavallo e seni costituiscono tutt’oggi, soprattutto nelle sfide amatoriali, una nota stonata.
Ma siamo sicuri sia così?
Le origini
Il calcio femminile nacque in Inghilterra alla fine dell’Ottocento, a soli trent’anni di distanza dalla sua versione maschile. La squadra pioniera di questo sport, a tinte rosa, è la Dick, Kerr’s Ladies Footbool Club, fondata dalle lavoratrici dell’omonima fabbrica di locomotive e vagoni, situata nel Lancashire. Curiosamente, la loro maglia riprendeva una delle divise più classiche del gioco del calcio, essendo composta da bande verticali bianche e nere, come quella utilizzata, ancora oggi, da molti team (solo in Italia, ad esempio, Juventus, Siena, Udinese).
Tuttavia, se gli albori del calcio femminile risalgono al XIX secolo, per assistere alle prime competizioni ufficiali di questo sport bisogna fare un salto fino al Primo Dopoguerra, quando, il 26 dicembre 1920, lo stesso Dick, Kerr’s Ladies F.C. incontrò le calciatrici del St. Helen’s Ladies F.C. in uno stadio di Liverpool gremito di 50 mila spettatori. Inoltre, nello stesso periodo storico, si sviluppò anche il calciomercato, a sfumature rosa, strettamente legato al fiorire di nuove squadre rappresentative delle varie fabbriche belliche sparse sull’intero territorio britannico.
Il calcio femminile in Italia
Nel Bel Paese, il calcio femminile, dopo essere stato vietato dal regime fascista in quanto sport rigorosamente maschile, fece il suo (vero) esordio solo nel 1946. Ufficialmente, le prime due squadre italiane composte da donne furono la Triestina e il San Giusto, che diedero vita a un curioso derby di Trieste (una delle ultime città a divenire italiana). Il primo campionato nazionale, invece, si giocò nel 1968 e vide la vittoria del Genova.
Tuttavia, solo nel 1986 le calciatrici italiane furono riconosciute dalla Figc, pur sotto la categoria “tornei dilettantistici”. Da allora, da parte della Federazione, è stato un crescendo di attenzione e sostegno a questo sport. In particolare, nel 2018, in attuazione di una dettagliata programmazione, sono state inaugurate le competizioni di Serie A, Serie B, Campionato Primavera, Coppa Italia e Supercoppa tutte al femminile.
Attualmente, la Serie A, che l’anno scorso ha visto la vittoria della Juventus Women, è composta da dieci squadre, che si stanno giocando il Titolo e la retrocessione.
Il calcio: grinta, tenacia, costanza, intelligenza, forza, tattica. In una parola… Donna!
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