Gerry Cardinale

Il dado è tratto. Gerry Cardinale sembra essere giunto a una decisione definitiva: il Diavolo avrà uno stadio tutto per sé. Lontano da San Siro, lontano dall’Inter. Il neopresidente rossonero, infatti, sembra aver perso la pazienza, non avendo ancora ottenuto, ormai da parecchi mesi, una risposta definitiva dalle istituzioni sulla sorte del Meazza e, di conseguenza, sulla fattibilità del “Progetto Cattedrale”.

Difatti, a livello politico e burocratico, è ancora tutto fermo. Nonostante i lavori del dibattito pubblico su San Siro, svoltisi presso il Comune di Milano, siano terminati a fine novembre, ad oggi si attende ancora la relazione dell’apposita Commissione e di Palazzo Marino. A ciò si aggiunga la costante bagarre istituzionale che vede coinvolti, da un lato, i sostenitori della tesi volta a riconoscere il vincolo storico sull’attuale stadio (primo fra tutti Vittorio Sgarbi), dall’altro coloro che invece patteggiano a favore dell’abbattimento della Scala del Calcio.

Milan: ecco dove costruire il nuovo stadio

Dato questo quadro, cui si aggiunge il momento di difficoltà economica che stanno attraversando i cugini nerazzurri, la società milanista avrebbe optato per fare da sé, costruendo un nuovo impianto sportivo in totale autonomia. All’attenzione di Gerry Cardinale, in particolare, ci sarebbero tre soluzioni. La prima sulla lista, peraltro già da tempo vociferata, vedrebbe la costruzione del nuovo stadio rossonero nella cittadina di Sesto San Giovanni, peraltro collegata con il capoluogo lombardo mediante linea metropolitana. Altra zona “papabile” è quella di San Donato, anch’essa nell’hinterland milanese. Infine, recentemente, i Diavoli starebbero valutando una diversa soluzione che avrebbe il vantaggio di non lasciare la città di Milano: la zona individuata, “La Maura”, sarebbe nei paraggi dello stesso Meazza. Il terreno, di proprietà della società Fcma (quindi privato, come quello individuato a Sesto), attualmente è deputato all’allenamento dei cavalli dell’Ippodromo di San Siro.

Peraltro, il fatto che almeno due delle tre aree individuate sia di proprietà privata, permetterebbe ai rossoneri di accorciare di non poco le lungaggini burocratiche, fermo restando il necessario permesso di costruire rilasciato dalle autorità. Dunque, il Milan sembra più che mai determinato ad accasarsi in solitario, abbandonando San Siro e l’Inter al loro sempre più incerto destino.  

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