Un esordio col botto per Giovanni il “Cholito” Simeone, figlio d’arte di Diego, nel suo esordio in Champions League. Dicono che “i sogni son desideri” ma quando sei bambino e vuoi fortemente arrivare dove solo i grandi campioni possono, poi fai di tutto per farti trovare pronto. Questo deve aver pensato Simeone quando al quarantesimo del primo tempo, in concomitanza con l’infortunio di Osihmen, il mister del Napoli Spalletti l’ha buttato nella mischia contro il Liverpool.
Un mese fa era un giocatore dell’Hellas Verona e questa sera nello stadio intitolato al compianto “Diego Armando Maradona“, gremito di tifosi azzurri, l’emozione per il giovane attaccante deve essere stata molta. Nemmeno il tempo di realizzare di essere in campo, che proprio lui, il Cholito, ha gonfiato la rete avversaria su una splendida giocata di Kvaratskhelia.
Alla fine del primo tempo, intervistato a bordo campo, il giocatore partenopeo ha commentato il suo esordio in coppa: “La Champions League è il mio sogno da bambino, a 14 anni feci il tatuaggio con la coppa sul braccio. Lo feci con mia madre perché mio padre non voleva. Ero ossessionato dal volerci giocare. Era mio sogno fare goal e dare un bacio al mio tatuaggio“.
Per il Cholito questo desiderio si è avverato, in quel momento avrà rivisto il momento in cui decise di fare il tatuaggio e probabilmente avrà fatto emozionare i suoi genitori, soprattutto suo papà che quelle serate magiche le ha vissute sul campo ma soprattutto che quella coppa l’ha pure vinta.
L’intervista a Simeone dopo la gara
Al temine della gara vinta per 4-1 sul Liverpool, Simeone ha voluto ricordare quei momenti aggiungendo: “Prima della partita mi sono sentito con papà, mi ha detto che se fossi entrato avrei potuto fare tanto e così è stato“. Ritornando sul suo ingresso e sul goal segnato: “Sentivo di fare goal, ero pronto e mi è bastata un’occasione. Adesso godo il momento, bello vincere contro una grande squadra“.
Durante l’intervista ha rilasciato parole al miele per il suo pubblico dicendo: “Segnare al Maradona è stato emozionante, non si può dire altro. Mi sono caricato tantissimo quando ho sentito urlare il mio nome, questi tifosi danno una carica. Molti non credevano in me, anche loro sono stati fondamentali per raggiungere il mio obiettivo”.
Dopo una serata come questa se i sogni sono desideri lasciamo al Cholito anche il sogno di alzare al cielo la coppa, intanto benvenuto tra i grandi.