La distrazione al flessore della coscia sinistra riscontrata dagli esami a cui si è sottoposto Lukaku non lascia grandi dubbi sull’assenza dell’attaccante belga per le prossime partite di campionato e Champions League.

Mancanza che diventa pesante per la squadra di Inzaghi vista l’importanza del giocatore nel nuovo stile di gioco impostato in questa prima parte di stagione. Con Lukaku, infatti, il pallino si è spostato dalle fasce al centro, con continue verticalizzazioni a cercare un suo appoggio al compagno di reparto o al centrocampista in inserimento, sfruttandone la forza fisica e il controllo quasi completo di quella zona di campo.

Quest’alternativa proposta dal tecnico piacentino gli ha dato la possibilità di sopperire, nelle prime uscite, all’assenza di quell’esterno di spinta che negli ultimi due anni ha fatto decisamente la differenza, vale a dire Ivan Perisic. Il croato di fatti ha svolto un ruolo fondamentale nel secondo anno di Conte e nel primo di Inzaghi. La maggior parte delle azioni passavano dalla sua fascia e il contributo in zona gol è stato fondamentale per la conquista di Scudetto e Coppe. L’arrivo di Lukaku ha rimescolato le carte in tavola e dato la possibilità al tecnico nerazzurro di sviluppare il gioco in verticale sfruttando appunto le caratteristiche di chi, sino a quel momento, non era presente in rosa.

L’acquisto di Dzeko lo scorso anno non aveva l’obiettivo di rimpiazzarlo, quanto quello di trovare un giocatore che riuscisse in qualche modo ad integrarsi in maniera rapida in squadra e che fosse in grado di giocare sia da prima che da seconda punta. Il gioco sviluppato con il bosniaco, soprattutto nella prima parte di stagione, ha portato ad ottimi risultati pur evidenziando alcune lacune. Dzeko, infatti, non si è dimostrato un rapinatore d’area o un infallibile cecchino, seppure in doppia cifra sia in termini di gol (17) che di assist (10), e nel momento in cui è venuta meno la tenuta atletica è andato in difficoltà non riuscendo più ad essere incisivo e decisivo.

Le sue migliori partite sono state quelle in cui ha giocato leggermente dietro Lautaro Martinez che di fatti ha agito da prima punta. In quella zona di campo Dzeko ha avuto, ed ha, maggiori possibilità di toccare il pallone con i piedi e tentare la giocata o l’appoggio ai compagni sfruttando la sua intelligenza tattica. Ovvio che si tratti comunque di un gioco diverso da quello che si può fare con Lukaku e che a tratti ha messo in difficoltà lo stesso Lautaro che, in quel ruolo, ha trovato spesso gli spazi chiusi per gli inserimenti in area.

Dzeko in Inter – Real Madrid

Diverso il discorso per l’altro attaccante in ballottaggio per “sostituire” Lukaku, Joaquin Correa. Il tucu agisce in una zona di campo molto simile a quella di Dzeko ma ha delle caratteristiche tecniche differenti. Attualmente in rosa è l’unico giocatore in grado di puntare e saltare l’uomo sfruttando le qualità tecniche e di corsa.

Correa tende a spostarsi verso l’esterno dell’attacco per poi rientrare al centro e tentare la giocata, che possa essere il tiro, lo scambio con i compagni o l’ultimo passaggio. Purtroppo la scorsa stagione non è stata delle migliori per via dei continui infortuni che lo hanno tenuto lontano dai campi di gioco per diverso tempo. Chiaramente in questa situazione non è riuscito a salire in cattedra e dimostrare quale possa essere il suo apporto in squadra, malgrado l’essere andato in gol 6 volte (con 3 doppiette). Poco per un giocatore offensivo e con le sue capacità, ma gli infortuni ne hanno segnato l’annata.

Correa in Inter – Udinese

Il derby e le prime due sfide di Champions aspettano un’Inter senza il suo centravanti principale al primo banco di prova stagionale. Che sia Dzeko o Correa poco importa, l’importante per Inzaghi è dimenticare presto l’Olimpico e rimettere tutti i pezzi del puzzle al proprio posto.