Il nuovo CT del Belgio Domenico TedescoIl nuovo CT del Belgio Domenico Tedesco

L’emigrazione dal sud verso il nord è un fenomeno che ha contraddistinto la storia del nostro Paese, la fuga dal meridione in cerca di un futuro migliore nel settentrione o anche all’estero, magari in Germania; un cambiamento nel quale si rivedono ancora oggi migliaia di famiglie. Tra quelle che lasciano il mezzogiorno c’è anche Tedesco, un cognome che sa quasi di premonizione, che vola alla volta di Aichwald, vicino Stoccarda, quando Domenico aveva solo due anni.

Il Calcio come grande passione, ma la realtà lo vedeva ingegnere

Domenico Tedesco è sempre stato un appassionato di calcio, segno di inevitabile intersezione tra Italia e Germania, due paesi dove il “Fußball” non è solo un gioco, e prova a sfondare con la casacca dell’Aichwald, non riuscendo però a lasciare il segno con gli scarpini ai piedi.

Parallelamente, lavorava come ingegnere per la Dalmer, una società che opera al fianco della Mercedes; nonostante la laurea in ingegneria gestionale, la sua occupazione non lo soddisfa mai pienamente, sempre follemente innamorato della palla che rotola sul rettangolo verde: quando gli si presenta la possibilità di entrare nello staff del settore giovanile dello Stoccarda non ci pensa due volte, “Lavorare da ingegnere era bello, ma la mia passione più grande era ed è ancora il calcio. Per me non è stato un rischio, ma una possibilità gigantesca. Non mi sono mai pentito della mia decisione nemmeno per un secondo. Amo veramente il calcio e poterci lavorare è un grande privilegio: essere allenatore mi dà il fuoco dentro. Era così già da quando ero bambino nella squadretta del mio paese. Non è cambiato nulla” spiegherà anni dopo.

Il passaggio nel settore giovanile dell’Hoffenheim e le prime panchine tra i grandi

Nel settore giovanile dello Stoccarda ci resterà per due anni, prima da vice e poi da allenatore della squadra Under 17, prima di volare alla volta di Hoffenheim dove resta per 18 mesi, riuscendo ad arrivare ad allenare la squadra Primavera.

Nel Marzo 2017 il grande salto tra i grandi: Pavel Dotchev viene esonerato dall’Erzgebirge, e la squadra militante all’epoca in 2.Bundesliga, la seconda divisione del calcio alemanno, non ci pensa due volte prima di chiamare quell’allenatore che stava impressionando tutti nel calcio giovanile; Tedesco firma un contratto fino alla fine della stagione, e riesce a salvare la sua squadra, richiamando ancora più attenzioni.

L’arrivo in Bundesliga di Tedesco

Nell’estate successiva, quel bambino partito da Rossano alla tenera età di due anni, sbarca in Bundesliga: lo Schalke 04 gli fa firmare un contratto biennale, e alla prima stagione conquista Gelsenkirchen, portando la squadra dal decimo posto al secondo, alle spalle del solito Bayern Monaco, con una comoda qualificazione in Champions League, ancora oggi l’ultima partecipazione alla massima competizione europea dalle parti della Veltins Arena.

Dalla stagione successiva, però, inizia il crollo verticale dei biancoblù, che rimangono sì sempre a distanza di sicurezza dalla zona rossa, ma che dopo aver passato i gironi in Champions, incontrano il Manchester City di Guardiola: all’andata la banda di Tedesco se la gioca, passando anche in vantaggio sia in termini di risultato che di uomini, vista l’espulsione di Otamendi a 20′ dalla fine, sul 2-1 Schalke, ma non regge all’estrema qualità degli inglesi, e subendo due gol tra l’85’ e il 90′.

Al ritorno, non esiste partita: i Citizens distruggono i Die Königsblauen con un nettissimo 7-0 all’Etihad: questa sconfitta costa l’esonero dell’allenatore italiano.

L’esilio in Russia e il ritorno in Germania

Il calcio si sa, dimentica in fretta: in poco tempo l’allenatore del secondo posto dello Schalke diventa poco più di un perfetto sconosciuto; per rilanciarsi, infatti, è costretto a volare nella fredda Mosca, dove si siede sulla panchina dello Spartak, dopo l’esonero di Kononov, liquidato dopo un decimo posto in campionato e dopo 5 sconfitte consecutive, rischiando una clamorosa retrocessione.

L’italiano evita questa possibilità, trascinando la squadra della Capitale ad una salvezza tranquilla prima, e poi ad un secondo posto nel campionato successivo, alle spalle dello Zenit; a fine stagione deciderà poi di non rinnovare il contratto, preferendo restare per un po’ fermo.

Il periodo di riposo, tuttavia, dura poco, ad Ottobre il Lipsia, in situazione critica viste le aspettative, lo chiama e lui non ci pensa due volte prima di accettare la panchina dei Tori Rossi: si tratta della prima volta che allena una big tedesca, con annesse pressioni.

Il primo trofeo, la sfida all’Atalanta e il crollo

Tedesco trova un Lipsia a metà classifica, e compie un vero e proprio capolavoro: la squadra risorge dalle proprie ceneri, riuscendo ad arrivare seconda, con l’allenatore che per la terza volta si deve accontentare della medaglia d’argento in campionato, ma le soddisfazioni grosse se le toglie nelle coppe: vince la Coppa di Germania, primo titolo in carriera, battendo il Friburgo in finale, e scrivendo una pagina indelebile nella storia del club, al primo trionfo in DFB-Pokal.

In Europa League, riaccende il legame con l’Italia: ai quarti di finale pesca ed elimina l’Atalanta di Gasperini, e fa sognare tutta una città con la vittoria in semifinale contro il Rangers; la squadra di Glasgow, però, ribalta tutto ad Ibrox, vola a Siviglia e lascia l’amaro in bocca al calabrese.

La stagione 2022-2023 inizia male: undicesimo posto in campionato, e Champions League ancora una volta fatale: 1-4 alla RedBull Arena contro lo Shkhtar ed esonero, nonostante l’ottimo lavoro svolto solo pochi mesi prima, ma la dirigenza ha preferito affidare la panchina a Marco Rose, che si è fatto le ossa nel Laboratorio RedBull, avendo già allenato i “gemelli” del Salisburgo.

Il Belgio: una nuova sfida per Tedesco

Per Tedesco è la seconda esperienza fuori dalla Germania, la prima da CT: a lui l’arduo compito di riuscire a vincere con i Red Devils di Lukaku, De Bruyne e Courtois; ultimo vero appuntamento con la storia fissato per Euro 2024, che si disputerà proprio in Germania: coincidenze o destino già scritto?