Roberto Mancini non vuole rischiare e per le qualificazioni ad EURO 2024 contro Inghilterra (23 Marzo) e Malta (26 Marzo) ha inserito nella lista dei convocati dei nomi sorprendenti per quanto riguarda l’attacco: Andrea Compagno e Mateo Retegui. Il tecnico azzurro ha commentato così la carenza in zona goal della nazionale italiana: “Lì in attacco abbiamo problemi ma non perché non ci siano talenti, ma devono giocare e non giocano”. Anche questo alla base della scelta di chiamare il classe ‘99, punta di diamante del Tigres ma con cartellino di proprietà del Boca Juniors. In Primera División si è imposto già da un paio di stagioni: nell’ultima ha messo a segno 19 reti in 27 partite, diventando capocannoniere del campionato, mentre quest’anno è già a quota 6 goal in sole 6 partite.
La storia
Salto temporale al 2014 quando Retegui, allora centrocampista nelle giovanili del River Plate, decide di abbandonare il calcio per seguire le orme della famiglia: l’hockey su prato. In particolare papà Carlos, detto ‘El Chapa‘, è un’istituzione di questo sport in Argentina, come mamma Maria e la sorella Micaela. Nell’estate del 2016 avviene la svolta: quando l’italo-argentino aveva 17 anni, viene adocchiato dallo scout del Boca Juniors, Diego Mazzilli, che gli propone di entrare nelle giovanili degli Xeneizes. L’offerta è troppo allettante per essere declinata, e dunque l’estate stessa si trasferisce a parametro 0 dal River Plate al Boca Juniors.
Ecco l’attesa vocazione calcistica che gli dice di diventare “un numero 9”, e così sarà. Scelta a dir poco azzeccata al punto che il 17 novembre 2018 debutta in prima squadra sostituendo Carlos Tevez.
I numeri
Un fisico difficile da spostare (186 centimetri per 81 chili) ma al contempo una mobilità che permette alla squadra di salire. Un giocatore che si mette molto a disposizione dei compagni ma che, però, riesce comunque ad essere molto prolifico, e lo confermano anche i numeri. Retegui è il giocatore con più goal alle 5 grandi d’Argentina (10 tra Boca, River, Racing, Independiente e San Lorenzo).
Le parole di Veron su Retegui
Anche la leggenda del calcio, passata tra gli altri per il nostro campionato, Juan Sebastian Veron, ha speso belle parole per l’attaccante convocato da Mancini: “Un classico centravanti che sta imparando ad adattarsi al calcio moderno. Oggi non è più un ruolo con l’obiettivo di stare in mezzo all’area di rigore ad aspettare il pallone. Si deve muovere con tutta la squadra, deve dettare i tempi dei passaggi, deve sapere quando andare incontro al centrocampista e quando, invece, è necessario attaccare la profondità”.
Mateo, adesso, sta imparando questa lezione. Non dimentichiamo che finora ha sempre giocato in Argentina, non conosce l’Europa, gli manca un’importante esperienza internazionale. Non si è mai pronti per la nazionale italiana, che è una delle più gloriose e vincenti del mondo. “Però lui può dare un contributo importante, soprattutto alla luce del fatto che adesso, in Italia, ci sono poche prime punte che possono fare al caso di Mancini“.
Staremo a vedere se Roberto Mancini ci avrà visto lungo oppure dovremo subire ancora l’aridità che sta presidiando la zona goal da ormai troppo tempo. I presupposti ci sono tutti, vedremo se Retegui saprà essere all’altezza delle aspettative oppure verrà affossato dalla troppa pressione.
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