Calhanoglu

Con zero euro non si può fare molto, dicevano; la premiata coppia Ausilio-Marotta ha già smentito da tempo questo, essendo riuscita a strappare al Milan il suo ex numero 10 con questa cifra. Oggi questa operazione è promossa a pieni voti: il turco è autentico trascinatore dell’Inter, come dimostra la prestazione nel match contro il Porto, premiato anche dalla UEFA.

Calhanoglu tuttofare

Se la versione milanista di Calhanoglu non aveva mai convinto i tifosi, quella interista ha fatto innamorare tutti fin da subito, tanto che il numero 20 è puntualmente acclamato dalla Curva Nord fin dal riscaldamento, con il coro a lui dedicato che risuona anche più volte durante la partita.

E la presenza dell’ex Bayer Leverkusen è anche una manna dal cielo per Inzaghi: perso Brozovic praticamente a inizio anno, il suo eccelso rendimento ha evitato il contraccolpo dovuto all’assenza del croato, quando nelle stesse condizioni, fino all’anno scorso, era complicato persino vincere una singola partita.

Quei sassolini tolti dalle scarpe

Non solo questa è senza dubbio la migliore stagione italiana per Calhanoglu, ma il ragazzo si è tolto anche qualche sassolino dalle scarpe: quegli insulti assolutamente gratuiti riservati da Ibra dopo la vittoria dello Scudetto del Milan, un aizzamento all’inciviltà al grido di “mandate un messaggio ad Hakan”.Tra Doha e Milano il turco si è tolto più di qualche soddisfazione, surclassando di fatto i rossoneri, che lo avevano voluto ma poi mai amato.

Il Porto come consacrazione Europea?

Il premio MVP riconosciutogli per la splendida prestazione nel match d’andata contro il Porto, dedicato alle vittime del terremoto che ha colpito la sua Terra, può essere la consacrazione del nuovo status di Calhanoglu: un giocatore importante anche in Europa, uno di quei centrocampisti che quando conta fa la differenza. Ma non solo le giocate che hanno mandato in bambola Otávio, che prova a incollarsi a lui dal minuto 0′ e finisce per imboccare la strada degli spogliatoi in anticipo e con il mal di testa, ma anche le doti da leader, messe in opera al momento del litigio tra Onana e Dzeko, dove fa da pompiere andando a placare una situazione che poteva farsi incandescente.L’Inter spera che sia solo l’inizio di un continuo percorso di crescita: il rinnovo per altri 4 anni è praticamente cosa fatta, con un ingaggio da top assoluto, pari a 6 milioni di euro.

E se in Inghilterra strapagano giocatori che finiscono nel giro di 3 mesi in panchina, in Italia con zero euro riusciamo a fare colpi di livello internazionale, come dimostrano i risultati “dei primi tempi” degli ottavi di finale.

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