Ci sono partite che non si giocano su un campo d’erba, ma dentro il mistero fragile della vita. Partite che non ammettono supplementari, né rigori. Partite che si vincono solo con la forza dell’anima. Evaristo Beccalossi, uno dei numeri 10 più poetici che San Siro abbia mai applaudito, ha vinto una di queste partite. Dopo 47 giorni di coma, in seguito a una gravissima emorragia cerebrale, il Becca ha riaperto gli occhi sul mondo.

La partita più difficile
I medici, racconta la moglie con voce ancora tremante, non lasciavano spazio all’illusione. Le speranze erano poche, i silenzi lunghi. Eppure, chi conosce davvero Beccalossi sapeva che quel ragazzo bresciano con il piede sinistro scolpito nel velluto e il cuore incollato alla maglia nerazzurra, non si sarebbe arreso. Non ora. Non così.

Inter e Becca un solo respiro
Sua figlia Nagaja ha voluto condividere un dettaglio che ha il sapore della magia: “Papà era certo che l’Inter avrebbe superato il turno contro il Barcelona”. E forse, in un angolo segreto del suo torpore, tra sogni e battiti sospesi, i gol dei nerazzurri hanno attraversato anche lui, regalandogli una scintilla, un sussurro di speranza. Perché Evaristo e l’Inter non sono mai stati due entità separate: sono stati, sono, un solo respiro.

Coraggio campione
Oggi, Becca si affaccia a una nuova sfida. Una di quelle che non si vincono con una finta o un assist, ma con la pazienza, il coraggio, la voglia di tornare a camminare, parlare, vivere. La riabilitazione sarà lunga, ma nessuno dubita che ci riuscirà.

Dal campo da gioco al set
Chi scrive ha avuto l’onore e il privilegio di dirigerlo, pochi mesi prima del malore, in un ruolo inedito e divertente all’interno del film L’ultima sfida, uscito in sala lo scorso aprile. Beccalossi, con la sua ironia gentile e lo sguardo da eterno ragazzo, aveva conquistato tutti sul set. Il coma è arrivato come un tackle fuori tempo, di quelli che ti tolgono il fiato e ti lasciano a terra. Ma anche stavolta, come ha fatto mille volte sul campo, si è rialzato.

Il tuoi tifosi ti aspettano a braccia aperte
Oggi non possiamo fare altro che stringerlo in un abbraccio ideale, quello che lo attende alla proiezione speciale che organizzeremo per lui. Un evento che sarà più di una semplice visione: sarà un inno alla vita, alla passione, all’indimenticabile numero 10 che non ha mai smesso di far battere il cuore al popolo interista.
Bentornato Evaristo. Bentornato campione.
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