L’inizio un po’ in salita da parte dell’Inter ha avuto delle ripercussioni anche sulle prestazioni di Alessandro Bastoni, su cui sono piovute le prime critiche. Eppure forse non tutti ricordano che all’inizio di questa sessione di calciomercato sui taccuini di molti dirigenti delle più importanti società europee c’era anche il suo nome. La motivazione è da ricercare nelle ultime stagioni da assoluto protagonista con la maglia nerazzurra oltre alla sua crescita esponenziale che lo ha fatto diventare uno dei leader carismatici e di spogliatoio dei suoi. Il difensore italiano, nonostante la sua giovane età, ha dimostrato di essere un punto fermo della retroguardia e uno degli elementi di spicco del terzetto difensivo.
L’Osservatorio del Cies, attraverso la sua metrica di valutazione ImpactStore, ha stilato 15 categorie per definire i migliori under 25 al mondo. Le categorie non sono corrispondenti a ruoli e posizioni, ma a funzioni e caratteristiche dei giocatori. Per questo, in una stessa tipologia, si possono trovare ali e terzini, mezzali ed esterni. Tra i 150 giocatori, tanta Serie A, e addirittura 3 italiani ai vertici delle loro categorie. Tra questi uno ha ottenuto il punteggio massimo di 100/100, e parliamo proprio di Alessandro Bastoni. Insieme a lui a pieni voti troviamo anche Eder Militao, Jules Koundè e Vinicius Junior. Inoltre nella classifica del Cies è presente anche Federico Dimarco, primo nella sua categoria.
L’Italia, terra che negli anni ha sfornato tanti grandi difensori, torna quindi a primeggiare in questa zona di campo e lo fa dopo che questa tradizione sembrava essersi assopita. Questo, forse, sino al giovane nerazzurro. Un profilo da predestinato capace di conquistare tutto e tutti in breve tempo e nei modi giusti.

Di lui prevalgono la capacità di uscire palla al piede dalla difesa, le scorribande su e giù per la fascia che lo rendono pericoloso anche in zona offensiva e il suo sinistro, da trequartista come lui stesso si è definito, adatto ad impostare l’azione e fornire assist al bacio per i suoi compagni. Un difensore moderno, diverso da quelli tutto fisico che hanno spopolato negli anni ’90 e 2000, capace di difendere ma anche di spingersi in avanti con eleganza.
Il calcio è stato da sempre nel suo destino. Come lui stesso ricorda da piccolo era in grado di dire tutti i giocatori con data di nascita e nazionalità presenti sull’album delle figurine. E quest’innata passione per questo sport lo ha portato a bruciare le tappe. Con il padre sempre presente nella sua vita conquista l’Atalanta, grande vetrina per i calciatori degli ultimi anni, con cui poi esordisce in Serie A nel 2017 a soli 18 anni. Poi il grande salto dal nerazzurro di Bergamo a quello di Milano. Bastoni arriva all’Inter per una cifra importante di 31 milioni di Euro, e dopo un anno in prestito al Parma torna a Milano dove incontra Antonio Conte e da lì la svolta alla sua carriera.
Il ragazzo si dice pronto, al punto da “mandare in panchina” un certo Diego Godin. Inizia così a formare il terzetto difensivo che tutt’oggi guida la retroguardia dell’Inter assieme a Milan Skriniar e Stefan De Vrij, e fra i tre è lui quello da cui passano maggiormente i palloni in fase di impostazione.
A 23 anni ha già vissuto su una giostra di emozioni. Dalla finale di Europa League persa con i nerazzurri allo Scudetto di due anni fa, passando poi dall’Europeo vinto con la nazionale di Mancini nel 2021 (seppur non da protagonista) alle due Coppe messe in bacheca lo scorso anno sotto la guida tecnica di Simone Inzaghi.
Bastoni cresce anno dopo anno acquistando consapevolezza e fiducia nei propri mezzi accanto ai suoi compagni di reparto e sotto l’ala protettrice di Conte prima e Inzaghi poi. La naturale conseguenza di tutto ciò è il premio che gli viene riconosciuto dal Cies, per un presente da celebrare e un futuro da protagonista ancora da scrivere.