Il Barcellona è in crisi. Si leggeva questo qualche mese fa su tutte le testate giornalistiche internazionali. Durante un’intervista a Sport, rilasciata dal presidente per l’area economica del club Eduard Romeu, venne rappresentata la folle esposizione finanziaria del club catalano. Situazione figlia della precedente gestione e che costrinse il club a rinunciare al suo giocatore più importante, “Sua MaestàLionel Messi. Eppure, nonostante questo, si assiste ancora ad un mercato sontuoso del club di Laporta che, addirittura, sogna proprio il ritorno della Pulce.

Barcellona, forti dubbi sul tesseramento dei giocatori

Già dalla scorsa sessione di gennaio sono state fatte le prime operazioni di livello: dall’arrivo di Ferran Torres dal City per circa 55 milioni di euro allo svincolato Pierre Emerick Aubameyang. Quest’ultimo, al di la del cartellino non pagato, porta con se uno stipendio importante che ancora grava sulle casse di una società in cerca di una svolta.

Anche questa sessione di mercato non era partita sotto una buona stella, visto il ritardo nel dare l’ufficialità di due parametri zero già contrattualizzati come Franck Kessie e Thomas Christensen. Motivo del ritardo da imputarsi ad un vincolo imposto dalla Liga che fissa un tetto del 60% degli stipendi dei calciatori rispetto alla entrate del club. Eppure dopo qualche addio e nuovi introiti commerciali gli annunci sono arrivati, ma sono state fatte anche altre operazioni importanti.

Un mercato sublime

Nel frattempo è stato rinnovato, a cifre leggermente inferiori, il contratto di Ousmane Dembele che si unisce all’arrivo di altri due giocatori di livello mondiale: operazioni per una cifra complessiva superiore ai 100 milioni di euro. Raphinha dal Leeds per 58 milioni + 7 di bonus e la scarpa d’oro in carica Robert Lewandowski dal Bayern Monaco per 45 milioni + 5 di bonus.

Un mercato che non sembra affatto evidenziare in alcun modo una società in crisi, o meglio una società intenta a guardare alle proprie esposizioni e soggetta a vincoli di Lega. Sono tutte operazioni che impattano in maniera importante sui bilanci del club e sulla sua salute, facendo nascere più di qualche dubbio sulla reale condizione in cui versa. Ed è proprio in questo stesso scenario misterioso che si inserisce la bomba lanciata da “El Chiringuito”. Secondo quanto detto da un giornalista della stessa rete, Lionel Messi avrebbe contattato Xavi manifestando il suo desiderio di tornare in Spagna e riabbracciare il popolo che lo ha visto andar via in lacrime meno di un anno fa.

Ma da dove deriva questa forza economica ?

Per finanziare questa politica sportiva, il Barcellona ha annunciato di aver venduto un ulteriore 15% dei suoi diritti televisivi della Liga al gruppo di investimento americano Sixth Street per i prossimi 25 anni. Gruppo che attualmente vanta quindi il 25% dei diritti della società catalana, avendo già ricevuto qualche giorno fa il 10% per una cifra pari a 207,5 milioni di euro.

La stampa spagnola stima questo importo a circa 400 milioni di euro. Questo accordo immette liquidità nelle casse del club e consente di finanziare la costosa politica di acquisto di giocatori dopo gli arrivi di Lewandowski e Raphinha.

Oltre alla vendita di parte dei diritti televisivi, il Barça ha recentemente giocato su più fronti per ottenere rapidamente liquidità ed essere così attivo sul mercato con un prestito di 595 milioni di euro da parte di Goldman Sachs e una sponsorizzazione con Spotify per circa 435 milioni di euro.

Una condizione economico-finanziaria non ottimale che viene rigenerata da accordi di partnership e finanziamenti. Il tutto per mettere a segno colpi da 90, anche a cifre decisamente importanti, e tornare a far sognare i propri tifosi.